Cortocircuito nella sanità regionale: bocciati dalla Regione gli atti aziendali delle tre Aziende, del Cro e del Burlo

Sanità regionale in cortocircuito con la Direzione centrale salute e l’Arcs (Azienda regionale di coordinamento per la salute) che bocciano e rispediscono al mittente (ovvero alle Aziende sanitarie Friuli Occidentale, Friuli Centrale e Giuliano Isontina, a Burlo e Cro) gli atti aziendali, i “quali evidenziano la non compatibilità delle proposte presentate e impediscono il rilascio del nulla osta”. La Direzione ritiene necessario un nuovo percorso “idoneo a garantire il rispetto della compatibilità economico-finanziaria degli atti aziendali nonché l’adeguatezza della strutturazione e dell’organizzazione dell’assistenza territoriale delle Aziende anche in relazione alle linee di sviluppo delineate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”. «Siamo di fronte a una bocciatura inaspettata – hanno spiegato Simona Liguori e Tiziano Centis nella conferenza stampa congiunta delle opposizioni in Consiglio regionale – che per certi versi è persino incredibile. Le dirigenze delle tre Aziende sanitarie regionali, del Burlo e del Cro di nomina fiduciaria della Regione sono state “bacchettate” pubblicamente dalla stessa Regione per non aver predisposto i propri atti aziendali secondo le indicazioni ricevute. Un vero e proprio colpo di scena, una cartina tornasole della grave crisi che attraversano le Aziende sanitarie, gli ospedali e i Distretti, con la fuga degli operatori e il malcontento crescente della gente e delle istituzioni locali. Uno stallo pericoloso soprattutto perché questo dovrebbe essere il momento in cui ripartire velocemente con il recupero delle prestazioni dopo il lungo lockdown dovuto al Covid e con i progetti per utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione dall’Europa». La notizia ha, come era ovvio, suscitato una ridda di prese di posizioni, fra queste quella dello Spi Cgil, il sindacato pensionati che ha parlato per bocca del segretario regionale  Roberto Treu: «La bocciatura degli atti delle tre aziende sanitarie conferma il giudizio fortemente negativo espresso dal Sindacato pensionati della Cgil e dai comitati che avevano chiesto, a livello regionale e a Trieste, il ritiro degli atti. Quanto avvenuto conferma e rafforza anche il nostro giudizio negativo sull’assoluta indisponibilità dei direttori aziendali a confronti costruttivi e partecipati con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze professionali della sanità».  «In particolare prosegue Treu – va sottolineata la bocciatura dei programmi sui servizi territoriali, segno che gli obiettivi di rafforzamento degli stessi, centrali nelle strategie Pnrr, sono stati largamente disattesi. È questo un nodo fondamentale della nuova sanità pubblica, alla quale si è contrapposta una visione privatistica e di delega esterna. La strada da percorrere passa attraverso un ruolo centrale dei distretti, cui spetta il compito di rafforzare la sanità sul territorio e di coordinare e gestire le nuove realtà previste dal Pnrr: le case e gli ospedali di comunità, i centri di coordinamento, gli infermieri di comunità e, più in generale, l’assistenza sociosanitaria di prossimità. Lo Spi Cgil – conclude il segretario – auspica che si apra ora una nuova fase di consultazione e di partecipazione sia a livello regionale che a livello territoriale, che metta al centro i bisogni dei cittadini e non la logica ideologica della delega ai privati». In attesa di quale magheggio dialettico inventerà il sempre innocente assessore Riccardo Riccardi si apre, anzi continua una stagione drammatica per la sanità del Fvg, con liste d’attesa fuori controllo, mancanza di medici e infermieri e la palese volontà della maggioranza politica regionale di favorire la sanità privata. In allegato l’atto di boccatura prot. 34751_2022