Covid: Friuli primo in Italia per contagi. Politica colpevole quanto il virus. Se la situazione non fosse tragica ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate
La classe non è acqua e la provincia di Udine, più che rossa ormai e marrone colore decisamente evocativo. Primi, siamo primi, in cima alla classifica nazionale per la più alta incidenza di contagi con oltre 600 casi settimanali ogni 100mila abitanti e grazie a questo risultato emerge con forza il masochismo popolare che spinge il presidente della giunta regionale terzo nella classifica di presunto gradimento dei “governatori” anche se è più probabile che come scrive lo stesso istituto di ricca statistica: “Nel diffuso clima di incertezza e apprensione il livello di polemica si è abbassato e le persone si sono affidate agli amministratori più di quanto lo facessero di solito. Ne risulta una crescita generalizzata del gradimento dei governatori, con poche eccezioni”. Beata propaganda. Tornando ai dati del contagio, Gorizia è quinta in classifica e Trieste è all’inseguimento. Situazione molto diversa a Pordenone dove i contagi sono più bassi, tanto che c’è già chi ha pensato al modo di colmare il divario. Un emendamento sarà infatti presentato in Senato da Fratelli d’Italia che prevede il cambio della norma nell’ultimo decreto legge attualmente in discussione alla Camera: primo firmatario il capogruppo, pordenonese, Luca Ciriani. “La nostra proposta – spiega Ciriani – è quella di suddividere le zone su base provinciale e, dove i valori lo consentono, aprire almeno le scuole materne ed elementari e i negozi come nella zona arancione”. Se dovesse passare, c’è da scommettere che il pordenonese raggiungerà presto il resto della regione. Ironia a parte quello che meraviglia è che con dati così disastrosi, file di malati nei e fuori dei pronto Soccorso, fuga di operatori sanitari, arriva l’ennesimo annuncio della mirabolante azione operativa della Regione che oltre al piano vaccinale sta preparando oggi, a buoi scappati, un drastico taglio delle attività per far fronte alla richiesta di ospedalizzazione da parte dei pazienti Covid con sospensione degli interventi chirurghi ad eccezione di quelli urgenti e oncologici. Così se non si muore oggi di Covid si potrà un domani farlo di altre patologia in nome della programmazione rovescia. Una situazione che da mesi si trascina fra inefficienze e gestione pressapochista con la sensazione e oggi la certezza, che siamo in mano ad apprendesti emuli di quel Gallera cacciato con ignominia in Lombardia, certamente incapace, ma sacrificato anche per salvare il presidente Fontana con il quale condivideva scelte e comparsate televisive alla Gianni e Pinotto. Eppure con i dati disastrosi, contagi fuori controllo e friulani che si ammalano e muoiono come mosche, a nessuno dall’opposizione è venuta in mente la parolina “dimissioni” per l’assessore alla sanità. A parole si dice di fare “strenua” opposizione ma “responsabile” da gentleman insomma. Tanto signorile e silente da essere invisibile o quasi. Certo per arrivare ad un effetto reale in aula non vi sono i numeri e la stampa locale è schierata, ma non esistono solo gli scranni e la stampa, esiste anche il territorio e i cittadini, che sono tali anche quando non chiamati presto alle urne. Esiste anche un principio, quello del coraggio, che in politica dovrebbe essere un valore irrinunciabile. Alcuni mesi fa ad esempio viaggiava sotto traccia l’idea di una petizione per chiedere a Fedriga un cambio di passo e magari uno di lato a Riccardi, ma nessuno ha poi deciso di metterci la faccia per davvero nella logica folle e reciproca di “non disturbare il manovratore” o se preferite in continuità con quel “sotans” (sottomessi ndr) di autoironica presa di coscienza. Per questo viene da sorridere oggi nel sentire la polemica innestata dal coordinatore regionale della Lega Fvg Marco Dreosto, secondo il quale il Pd “non fa altro che lanciare critiche fini a se stesse”. Polemica alla quale ha risposto il capogruppo dem nel Consiglio regionale del Fvg Diego Moretti che dice testualmente in una nota: “Il primo interesse è quello della comunità del Friuli Venezia Giulia ma alla Lega e al suo coordinatore regionale posso dare una certezza: il Pd continuerà a fare opposizione dentro il Consiglio regionale e sui territori di tutta la regione, senza tregua, dicendo le cose che vanno bene ma anche quelle che vanno male. Non siamo mai stati intimiditi o affascinati dagli indici di gradimento né dai mutevoli numeri dei sondaggi. Siamo invece ben saldi nella convinzione che il Friuli Venezia Giulia meriti di più e di meglio della strombazzante propaganda che ogni giorno chi occupa le Istituzioni fa piovere addosso ai cittadini. In regione siamo di meno, siamo più poveri, più isolati e, in questa pandemia, tra i peggiori d’Italia”. Se la situazione non fosse tragica ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate.
Fabio Folisi