Dal fattore K al Fattore B. L’antidoto è nato a Bibbona, dove si è deciso che per combattere il Babbione anche il Pd si dimentichi di Bibbiano
Babbione, Bibbiano, Bibbona. Un tempo l’Italia delle maggioranze di governo era bloccata dal fattore K, intendendo con quella lettera ‘impedimento atlantico che vedeva l’impossibilità per il Pci di Enrico Berlinguer di accedere al governo del Paese. Quel termine lo inventò il giornalista Alberto Ronchey nel ’79 per spiegare in estrema sintesi il mancato ricambio delle forze politiche al governo, un’alternanza impedita dalla forte presenza del Partito Comunista che non poteva andare al potere. Oggi il fattore “k” è superato perchè non esistono più i comunisti di una volta ma, volendo ironizzare sul fatto che l’italia politica del terzo millennio è teatrino con in scena perenne farsa melodrammatica, dobbiamo registrare che è da poco nato il fattore “B”. Fattore da non confondere, anche se la tentazione è forte, con il “lato” B. In realtà sono tre le nuove B sulle quali si gioca la possibilità di dare vita ad un futuro governo “giallorosso”. La prima è “il Babbione” ed è facilmente identificabile in chi, per bramosia di potere assoluto, ha scatenato una partita pensando di vincere facile e che ora si vede perdente grazie ad un autogol senza precedenti. Certo lui sta strombazzando ai quattro venti che perdere una partita non è perdere il campionato, ma l’autogol è stato demenziale, da vero Babbione. La seconda B è quella di “Bibbiano” comune in provincia di Reggio Emilia dove è nata e si è sviluppata l’inchiesta “Angeli e Demoni” che scimmiotta con scarsa fantasia il libro thriller dello scrittore Dan Brown. In realtà non c’è nulla di letterario in quella brutta vicenda di cronaca nera che riguarda un presunto articolato traffico di affidi illegali di minori che sarebbero stati strappati con l’inganno alle loro famiglie d’origine a scopo di lucro e che ha visto coinvolto, se pur con ruolo marginale e solo “amministrativo”, l’ex sindaco del Pd Andrea Carletti. Eppure nell’Italia dei dispensatori di odio, sul caso Bibbiano nel giugno scorso, l’allora vicepremier pentastellato Di Maio, per compiacere e superare in iperbole nefaste il suo partner di governo, si lasciò andare a dichiarazioni di fuoco. Equiparò in maniera generalizzata il partito Democratico ai demoni dell’inchiesta, alimentando una campagna di odio che obbiettivamente apparse ai più, perfino a destra, completamente fuori le righe. L’ultima B è quella di Bibbona, più precisamente Marina di Bibbona, ridente località toscana dove sorge la villa storica di Beppe Grillo. E’ in quella location che si sono riuniti i vertici del M5S tornati alla corte del “garante” Grillo. E’ in quella località che i Cinque Stelle hanno deciso di dare il benservito a Matteo Salvini perchè: “Non è più affidabile” arrivandoci, come del resto anche Giuseppe Conte, dopo ben 14 mesi di soffocante convivenza. Nella decisione, mantenuta anche nell’aula del Senato dopo le dimissioni di Conte, appare chiaro che il fondatore del MoVimento è tornato in campo in maniera diretta ed attiva pacificando con un diktat le diatribe fra, l’ala governista a tutti i costi di un Di Maio terrorizzato all’idea di perdere la cadrega, e quella più oltranzista e variegata dei duri e puri. Tutti determinati e con denominatore comune sparare palle incatenate contro Matteo Salvini. Alcuni poi avrebbero voluto andare al voto suicida in nome della purezza, altri erano più possibilisti nel tentare un approccio parlamentare con il PD. Grillo li ha tutti riportati alla ragione sull’ultima tesi, aprendo alla possibilità di discutere anche con il PD con Bibbiano che improvvisamente è stato avvolto da nebbie perenni. Certo quanto detto contro il partito di Zingaretti potrebbe essere un ostacolo, ma si sa, il fine giustifica i mezzi, e quindi sembra proprio che a Bibbona, per combattere il Babbione ci si è dimenticati di Bibbiano e soprattutto si cercherà di farlo dimenticare a Zingaretti e compagni. Più facile a dirsi che a farsi, perchè è ovvio che quando il PD nella Direzione nazionale di oggi ha parlato di discontinuità, probabilmente, non aveva in mente solo correzioni politiche, ma anche il ridimensionamento di qualcuno. Chissà se basterà il fatto che i pentastellati useranno la “gomma digitale” Rousseau per far sparire dalla testa dei seguaci i post e tweet che per settimane hanno ammorbato il web su Bibbiano, di certo come scritto in un divertente pamphlet da Luca Bottura su Repubblica, sarà necessario aggiornare per tutti noi il dizionario grillino. Noi abbiamo preso nota delle modifiche proposte:
Pidioti => Sinceri democratici.
Sì ma il Pd invece => Sì ma il Pd, invece… (da pronunciare ruotando il palmo della mano con intenti elogiativi)
Renzie => Il Matteo Giusto.
Ebetino => Saggiamente attendista.
Padre di Renzi => Chi?
Larve piddine => Splendide crisalidi.
Taxi del mare => Compagni che salvano.
No Tav => No Cav.
Mafia Capitale => Mafia Capitone.
Vaffanculo => Ehi raga, tutto bene?
Parlateci di Bibbiano => Parliamoci da Bibbona.
Fabio Folisi