L’estate sta finendo…. ma i rischi di inquinamento di mare e Laguna friulana continuano

“L’estate sta finendo e un anno se ne va”… ci si ricorderà di questo ritornello balneare, un tormentone degli anni 80 che è uscito dalla memoria canzonettistica del tempo per diventare emblema ripetitivo della fine stagionane balneare italiana, dal Papeete a Lignano Sabbiadoro passando per ogni località balneare italica degna di questo nome. Ed allora ora che le settimane corrono veloci e che presto, come recita un’altra strofetta della medesima canzone, “in spiaggia di ombrelloni non ce ne sono più …. ” sarebbe tempo di bilanci e valutazioni. Non parliamo di quantificare economicamente il business estivo per il settore turistico, voce importante dell’economia nazionale sull’altare del quale  purtroppo spesso si sacrificano troppe cose, ma della reale situazione delle località. Prendiamo ad esempio la spiaggia più importante, in termini di ricettività, della costa friulana, quella Lignano con le sue dichiarate 200mila presenze, che anche in questo 2019 si è potuta fregiare della bandiera Blu assegnata dalla Fee (Foundation for Environmental Education) assieme ad altre 385 spiagge italiane che hanno ottenuto il riconoscimento nei 183 Comuni d’Italia e 72 gli approdi turistici premiati, otto in più rispetto ai 175 del 2018. Per piantare la Bandiera Blu, spiegano dall’organizzazione Fee, su uno o più tratti di costa non basta avere l’acqua pulita, che comunque è un indicatore fondamentale, ma occorre ottenere buoni punteggi anche in altri 32 indicatori che vengono aggiornati periodicamente. È un riconoscimento internazionale, istituito nel 1987 Anno europeo dell’Ambiente, che viene assegnato ogni anno in 49 Paesi, inizialmente solo europei, più recentemente anche extra-europei. Tutto bene quindi, se non fosse che i giudizi espressi sono elaborati sulla base degli “indicatori” che sono perlopiù forniti dalle istituzioni locali e regionali che diciamo potrebbero avere alcuni interessi in campo. Ma dubbi di correttezza a parte, quello che spesso cozza è il giudizio dato dai fruitori delle località ed ancora di più da chi vi abita.
Si potrà dire che voci isolate non contano o contano poco, ma ignorarle o addirittura demonizzarle come spesso viene fatto non è un buon servizio alla verità delle cose. Per questo, dopo che per mesi abbiamo parlato dalle nostre colonne dei problemi del depuratore di Lignano, dei pericoli per la Laguna di Marano, ci pare  corretto dare voce ad una lettera (firmata) che alcuni giorni fa è giunta in redazione che racconta altra storia rispetto alla narrazione propagandistica “blu” tanta amata dagli amministratori locali. Scrive fra l’altro la signora Daniela nella lettera:
“Gentile Direttore,
Sono Daniela P.., amante fin da piccola di Lignano, la Florida dell’Adriatico secondo Ernest Hemingway. Osservo gli aspetti positivi e quelli negativi, legati principalmente all’abbandono dei rifiuti sulla spiaggia o, per l’uso inqualificabile dei turisti in barca, lo scarico in mare dei rifiuti accumulati, col risultato del deposito sulle spiagge di centinaia di chili di plastica, tranne quelli ingurgitati dalle creature marine….. Così io passo il tempo a raccogliere plastica a riva e sulla spiaggia. Altro rifiuto ancora più pericoloso è il polistirolo delle cassette usate dai pescatori per raccogliere i pesci; mi domando come mai il polistirolo non venga bandito nelle coste del Mediterraneo, o, comunque almeno in quelle italiane con l’obbligo dell’uso delle cassette di legno.
Spesso mi recò in Comune all’Assessorato all’ambiente per proporre, tra l’altro, di permettere il passaggio e lo stazionamento dei cani sulla spiaggia di Lignano come avviene a Grado e a Bibione; reputo assurdo che la Guardia Costiera passi il tempo a mettere cartelli di divieto ai cani (tranne nei bar, chissà perché) e a multare i padroni invece di fare quello che le compete.
Altro argomento che ho portato all’Assessore all’ambiente, che ha il diploma di Scuola Media Inferiore, è stato il mal funzionamento dell’impianto di Depurazione delle Acque che, nonostante il finanziamento di 400 milioni di euro, secondo le verifiche di Legambiente, sembra non funzioni. La reazione dell’assessore nei miei confronti è stata violenta: mi ha chiesto, giustamente, di portargli le prove e, mentre parlavo d’altro con il Segretario Generale, mi ha spintonata tanto da farmi quasi cadere. Tra l’altro la settimana scorsa ( prima decade d’Agosto ndr) mi sono recata la sera in macchina nei pressi del Depuratore e ho dovuto chiudere i vetri della vettura per la puzza”.
La lettera prosegue chiedendo interventi sui cassonetti e facendo proposte con spirito di chiara collaborazione.  Sulla base della lettera è ovvia la censura da fare sul comportamento poco urbano dell’Assessore, dando ovviamente per scontata la veridicità del racconto della signora. Ma è un particolare che riteniamo poco importante perchè certi comportamenti si qualificano da soli, ma quello che ci pare più importante è sottolineare la parte della lettera nella quale la signora Daniela ci segnala la gran puzza nei pressi del depuratore. Questo non solo perchè dell’impianto abbiamo parlato più volte evidenziandone le criticità e perchè da quell’impianto dipende la salute del mare e della laguna, ma perchè la lettera ci giunge dopo alcune altre segnalazioni relative all’odore nauseabondo che un impianto correttamente in funzione non dovrebbe emettere. Oltre all’odore nausebondo le segnalazioni hanno riguardato la presenza, visto il colore delle acque, di liquami in laguna nei pressi dello stesso depuratore con perfino ignare famigliole di turisti, ignare anche della presenza nei pressi del depuratore, restavano con i piedi nella m…elma alla ricerca di granchietti. Scambiavano odore e colori dell’acqua per naturali effluvi lagunari. Stesse fonti  ci hanno raccontato come nelle vasche del depuratore  nulla sembrava muoversi e non è buon segno. Insomma, almeno nel momento in cui è stato osservato, (pomeriggio del 6 agosto), l’impianto era fermo e con 200mila persone presenti a Lignano la cosa ci pare grave. Ovviamente noi continueremo a raccontare e chi di dovere continuerà a dire che tutto va bene, perchè nel Friuli che pensa di poter vivere per sempre dei fasti di un passato, ormai lontanissimo, di corretta amministrazione della cosa pubblica, tutto funziona miracolosamente, compresi gli impianti di depurazione sottodimensionati… perfino quando sono spenti.