Più vendetta che giustizia. Arriva la denuncia, il gruppo Danieli e il suo presidente Benedetti si sente diffamato dall’attivista anti-acciaieria e chiede 100 mila euro di danni

Era prevedibile ed è successo. Il gruppo Danieli spa come azienda e il suo maggiore azionista Ing. Giampietro Benedetti che è anche presidente di Confindustria Udine. hanno denunciato con atto civile di risarcimento danni uno degli attivisti che hanno promosso una raccolta di oltre 24mila firme, per impedire la costruzione di una mega acciaieria nella laguna di Marano. La vicenda in realtà si trascina da mesi ma ora, dopo che era stato chiesto alla Regione Fvg l’elenco dei nomi dei firmatari della petizione, è arrivata una denuncia diretta contro Paolo De Toni, di San Giorgio di Nogaro, uno dei promotori della suddetta  petizione, chiedendogli 100mila euro di danni (50000 Danieli e 50000 Benedetti) per una presunta diffamazione attuata attraverso la pubblicazione di alcuni post social ritenuti offensivi e di un breve filmato ironico. Va ricordato che Gianpietro Benedetti, presidente della Danieli nonchè presidente di Confindustria a Udine, è anche  editore della cordata veneto-friulana Nord Est Multimedia, che l’anno scorso ha acquistato sei testate locali (tra cui Il Messaggero di Udine e Il Piccolo di Trieste) dal gruppo Gedi. Ora al di là dei contenuti e dei toni social messi sotto la lente dal legale della azienda di Buttrio Maurizio Miculan, bisogna dire che l’azione giudiziaria sembra una vendetta per l’affare sfumato più che una richiesta di giustizia. Non ricostruiamo l’intera vicenda dato che in Friuli e non solo, i fatti sono ampiamente conosciuti, diciamo che appare davvero deprecabile che una multinazionale di quel livello decida di colpire chi, anche se con linguaggio colorito, ha dato voce alle giuste istanze di un intero territorio e di migliaia di persone. Fra l’altro c’è un passaggio particolarmente interessante nell’atto di citazione dove si afferma che la richiesta di conoscere l’identità dei firmatari della petizione non aveva come vero scopo quello di avviare cause civili per danni o promuovere querele per diffamazione, bensì quello di “comprendere le effettive ragioni dell’improvviso abbandono della procedura da parte della Regione e ottenere i dati necessari e verificarne la regolarità da un punto di vista amministrativo”. Peccato che nell’atto era scritto il contrario anche se, a propria giustificazione, si afferma di avere scritto una cosa non vera (la volonta di fare cause collettive)  per presunte necessita di natura giuridica. Insomma si è detto una cosa falsa o comunque inesatta, perchè il “fine giustificava mezzi”. Siamo in pieno stile “marchese del Grillo” ed è chiaro che l’intento dell’operazione è quello tipico di “colpirne uno per educarne 100 o mille o 24.000″.  Comunque dalla politica si sono giù levate alcune voci pesantemente critiche nei confronti della Danieli e del suo presidente: La parlamentare Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera parla di atto di ritorsione gravissima “la multinazionale Danieli vuole fermare e punire il dissenso. Siamo fuori dai confini di uno Stato di diritto”.  Per Zanella “la denuncia ha chiaramente lo scopo di mettere a tacere altre campagne che in futuro dovessero ostacolare i piani delle acciaierie, oltre che un atto di vendetta contro la persona che ha guidato con successo una battaglia alla quale mi sono unita personalmente con numerosi atti parlamentari che chiedevano di scongiurare un progetto che avrebbe cambiato i connotati dei territori di San Giorgio a Nogaro”. Le iniziative delle comunità locali sono state poi “sostenute da un ampio arco di associazioni ecologiste, tanto che il presidente Fedriga ha dovuto scegliere più cautela fino alla soluzione dello spostamento dei progetti. Siamo accanto a Paolo De Toni ed esprimiamo indignazione per questa pretesa di una multinazionale di silenziare i territori ricorrendo a metodi intimidatori. I leghisti del Friuli dovrebbero ribellarsi con noi”, conclude Zanella.
Anche la segretaria del Partito Democratico  Fvg Caterina Conti è intervenuta con una nota: “Avevamo già avuto modo di dire, quando la Danieli ha proposto il ricorso per avere l’indicazione dei sottoscrittori della petizione, che si trattava di una azione errata e fuori bersaglio. A maggior ragione, suscita incredulità e riprovazione la notizia di un’azione di risarcimento promossa nei confronti di un rappresentante dei Comitati”. “Se ritiene di essere stata lesa – osserva la segretaria dem – Danieli conosce benissimo gli autori e i responsabili di atti amministrativi: se ci sono gli estremi, si rivolga pure ai tribunali ma individuando i reali responsabili. Altrimenti, può sembrare una mera ripicca, un vero atto di prepotenza che – conclude Conti – rigettiamo offrendo la nostra solidarietà a chi è stato colpito”.