Danni da Fauna selvatica, le richieste di Coldiretti. Gli impegni della Regione per risolvere il problema
“Abbiamo riscontrato una apprezzabile disponibilità dell’assessore alle Risorse agroalimentari. Ora sappiamo che la Regione ha ben chiara la gravità del problema e si impegnerà a risolverlo”. Michele Pavan, presidente regionale della Coldiretti Fvg, commenta con soddisfazione le tre ore di visita ad alcune aziende delle province di Gorizia e Udine colpite dai danni da fauna selvatica, in primis dai cinghiali. Con accanto presidenti e direttori delle Federazioni provinciali, Pavan ha illustrato all’assessore una criticità che dura ormai da anni, più volte denunciata dalle aziende agricole.
La visita è partita dalla Murgut Fabiano di Medea. A seguire la tappa alla Bais Orietta di Chiopris e infine alla Gregorat di Campolongo Tapogliano, dove erano presenti oltre 200 agricoltori a testimoniare un quadro preoccupante, in cui titolari e lavoratori delle imprese non possono seminare causa devastazione, passano le notti in bianco, temono addirittura di dover chiudere l’azienda. “La Regione – spiega Pavan – ha mostrato attenzione alla questione e conseguente volontà di intervenire, per prevenire anche risvolti sanitari, come la peste suina, e di sicurezza, visto che i cinghiali mettono a rischio automobilisti, ciclisti e pedoni”. Il nodo, prosegue Pavan, “sono normative superate che impediscono di ridurre la popolazione dei cinghiali, e dunque ben comprendiamo che si tratta di agire a monte. Ci attendiamo ora che la Regione dia concrete risposte a coltivatori che hanno le necessità di lavorare in tranquillità sui propri terreni”.
Al capitolo “Prevenzione selvaggina” di uno specifico documento predisposto da Coldiretti, ricorda Pavan, si legge: “La presenza incontrollata di cinghiali, ungulati, corvidi, colombi e altro è ormai diventata insopportabile. E non possiamo permetterci di aspettare che ci scappi il morto, come è successo in altre parti della nostra penisola, per poi intervenire. Non è più il caso di vedersi riconosciuti i danni, ormai le imprese agricole neanche li chiedono più. Ma non è neanche più possibile, ad esempio, seminare, vedersi invasi dai cinghiali e dover riseminare un’altra volta. Vanno trovati strumenti nuovi ponendosi l’obiettivo dell’eradicazione totale di alcune specie anche, se del caso, modificando la legge regionale sulla caccia”. ARC/com