Deroghe alle limitazioni di nuove concessioni di derivazione d’acqua, incostituzionale la norma regionale Fvg

La Consulta ha dichiarato incostituzionale la norma regionale (comma 1, articolo 7 della LR 12/2018, ndr) che permetteva alcune deroghe al Piano regionale di tutela delle acque per le istanze di derivazione d’acqua presentate prima dell’approvazione del Piano stesso. Una previsione «la cui irragionevolezza avevamo denunciato da tempo, sino ad arrivare a proporre, lo scorso mese di aprile, uno specifico emendamento che andava nello stesso senso della recente sentenza», commenta il capogruppo di Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, che oggi (17 aprile, ndr), in Aula, ha interrogato l’assessore all’Ambiente Fabio Scoccimarro per sapere come la Regione intenda adeguarsi alla sentenza della Corte Costituzionale. «Evidentemente la Giunta non è stata in grado di cogliere l’urgenza del nostro provvedimento. Il risultato è che sono ben otto le istanze di derivazione che sono state concesse in virtù di una norma eccessivamente permissiva e ora giudicata incostituzionale e su cui non si potrà più tornare indietro. Ci auguriamo – conclude Moretuzzo – che, cessata l’efficacia di tale comma 1 dal 27 giugno 2019 (ossia dal giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta della sentenza), le 78 istanze di derivazione su corsi d’acqua superficiali, tuttora in istruttoria, siano valutate dall’amministrazione regionale con l’attenzione che ci è stata promessa oggi in Aula. Sicuramente l’attenzione sul tema deve rimanere alta e, a breve, il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia presenterà altre proposte volte a tutelare l’eccezionale ricchezza dei nostri corsi d’acqua naturali».