La Goletta dei Laghi sull’Isonzo: tre punti su sei sono risultati fortemente inquinati

Su sei punti monitorati, tre sono risultati fortemente inquinati.  È questo, in estrema sintesi, il bilancio del monitoraggio microbiologico eseguito in occasione del passaggio della Goletta dei Laghi, nei giorni scorsi sul fiume Isonzo, la campagna di Legambiente realizzata in collaborazione con il CONOU (Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati) e Novamont.

Da 14 anni la Goletta dei Laghi rileva le principali fonti di criticità per gli ecosistemi lacustri: gli scarichi non depurati e inquinanti, la cementificazione delle coste, la captazione delle acque, l’incuria e l’emergenza rifiuti, in particolare l’invasione della plastica, che non riguarda soltanto mari e oceani, ma anche fiumi e laghi.

I risultati del monitoraggio sono stati presentati stamane a Gorizia nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Sandro Cargnelutti, presidente Legambiente FVG, Luca Cadez, presidente Legambiente Gorizia, e Simone Nuglio, responsabile di Goletta dei Laghi.  Il lavoro dei tecnici si è concentrato principalmente su due fronti di indagine: quello delle microplastiche in acqua e quello dell’inquinamento microbiologico.

I DETTAGLI DELLE ANALISI MICROBIOLOGICHE SULL’ISONZO

Quello di Legambiente è un campionamento puntuale che non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituisce comunque un’istantanea utile per individuare i problemi e ragionare sulle soluzioni.  È il primo anno di analisi su acque fluviali, per la Goletta dei Laghi, che ha scelto l’Isonzo per iniziare questo percorso d’indagine. Nelle analisi della Goletta dei Laghi vengono presi in esame gli scarichi, i piccoli canali e gli immissari che si riversano nei bacini lacustri e, in questo caso, in un fiume. I punti sono spesso segnalati dai cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica di origine fecale, dovuta all’insufficiente depurazione che, attraverso scarichi e corsi d’acqua, arriva nei corpi idrici.

In questi giorni sono stati sei i punti campionati sul fiume Isonzo, nel tratto sloveno e in quello italiano del corso d’acquaI tre punti risultati “fortemente inquinati”, secondo i parametri di Goletta dei Laghi, sono quello a Villesse, a valle del depuratore di Gradisca, a Savogna d’Isonzo, in prossimità del depuratore di Gorizia, e quello nel punto in cui il torrente Groina si immette nell’Isonzo.

Entro i limiti, invece, gli altri tre punti: sempre a Savogna d’Isonzo ma sul Vipacco, affluente dell’Isonzo, a Deskle, sul ponte del centro abitato, e a Salcano, a monte della diga.

STATO Comune/località Fiume Punto Risultato 2019
ITALIA Villesse Isonzo A valle del depuratore di Gradisca Fortemente inquinato
ITALIA Savogna d’Isonzo Vipacco Ponte della ferrovia Entro i limiti
ITALIA Savogna d’Isonzo Isonzo A valle del depuratore di Gorizia Fortemente inquinato
ITALIA Gorizia Groina Punto di immissione nell’Isonzo Fortemente inquinato
SLOVENIA Salcano Isonzo A monte della diga Salcano Entro i limiti
SLOVENIA Deskle Isonzo Ponte del centro abitato Entro i limiti

“Il monitoraggio, per quanto incompleto, ha comunque confermato alcune criticità per altro note” – ha dichiarato Luca Cadez, presidente di Legambiente Gorizia – “Dovrebbero partire a breve i lavori per il depuratore provinciale, grazie al quale verrebbero eliminati gli scarichi diretti degli attuali depuratori nel fiume Isonzo e, allo stesso tempo, l’efficienza di depurazione verrebbe migliorata. Restano però i punti critici come il torrente Groina, dove vi sono scarichi diretti e dove, in prossimità della confluenza con l’Isonzo, c’è una notevole frequentazione di bagnanti nel periodo estivo, con potenziali rischi per la salute.”

Luca Cadez conclude così: “Anche se non è ancora stato campionato, si confida nella rapida partenza dei lavori di riqualificazione della valletta del Corno a Gorizia, con il collegamento alla fognatura delle abitazioni italiane ancora non servite.”

Quanto svolto nelle giornate dal 16 al 17 luglio è parte di un più ampio lavoro, non solo di Legambiente ma anche delle altre associazioni di “Salviamo l’Isonzo”, con le quali da anni si porta avanti una battaglia per la tutela del fiume e per una sua gestione ecosostenibile.

IL MONITORAGGIO RELATIVO ALLE MICROPLASTICHE

Per il quarto anno consecutivo, grazie alla collaborazione con ENEA, è stata monitorata anche la presenza di microplastiche nelle acque dei laghi e nei fiumi, focalizzando l’attenzione sull’apporto degli impianti di trattamento delle acque reflue rispetto alla quantità di microplastiche presenti.

“Le microplastiche sono ormai considerate un fenomeno di portata globale, al pari dei cambiamenti climatici” – ha dichiarato Sandro Cargnelutti, presidente di Legambiente FVG – “per questo abbiamo deciso di estendere il monitoraggio della Goletta dei Laghi ad un fiume importante come l’Isonzo.”

La campagna di Legambiente, infatti, per il primo anno ha incluso nei suoi monitoraggi un fiume, con l’obiettivo di comprendere l’impatto di questo inquinante anche negli ecosistemi fluviali.

“L’Isonzo” – ha continuato Cargnelutti – “è un laboratorio perfetto per studiare misure da mettere in campo per prevenire e mitigare il fenomeno delle microplastiche. Il passaggio della Goletta dei Laghi ci fornisce, inoltre, l’occasione per ribadire l’urgenza e la necessità di un piano di bacino transfrontaliero” – ha concluso il presidente.

Gli studi effettuati in questi anni dalla Goletta dei Laghi confermano che la matrice principale delle plastiche  in acqua sia la cattiva gestione dei rifiuti urbani, decretando altresì la presenza delle microparticelle in tutti i bacini monitorati.

Diverse le novità della Goletta dei Laghi quest’anno, tra cui l’analisi della presenza di microplastiche fino a 50 metri di profondità, e la ricerca di comunità microbiche sulle microplastiche rinvenute – la cosiddetta plastisfera, potenziale veicolo di elementi patogeni dannosi per l’ecosistema e per l’uomo – grazie alla collaborazione con l’Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche (Irsa-Cnr).

Per l’edizione 2019 partner della Goletta dei Laghi sono il CONOU (Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati) e l’azienda chimica Novamont.

Da oltre 35 anni il CONOU è il punto di riferimento italiano per la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che, se smaltito indiscriminatamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Negli anni di attività il CONOU ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro, ponendo così l’Italia in vetta al settore a livello europeo.

Novamont è un’azienda che porta avanti l’ambizioso progetto di integrare chimica, ambiente e agricoltura. Prodotto di punta di Novamont è il Mater-Bi, la versatile e innovativa bioplastica con cui si realizzano soluzioni biodegradabili e compostabili che si incontrano nella vita di tutti i giorni.

Dopo la tappa che ha monitorato le acque dell’Isonzo sulla sponda italiana e su quella slovena, la Goletta dei Laghi si dirigerà verso i laghi Trasimeno e Piediluco, in Umbria, per la sesta tappa della campagna.