Desertificazione sanitaria è fenomeno nazionale, ma in Fvg il deserto è più arido grazie alle macerie lasciate da Riccardi
Desertificazione sanitaria ed aree interne: presentata l’analisi di Cittadinanzattiva nell’ambito del progetto AHEAD e il Fvg primeggia in negativo. Operatori sanitari cercasi in tutta Italia: dal Nord al Sud mancano medici, sia di famiglia che ospedalieri, ma anche infermieri e pediatri. Mal comune mezzo gaudio si potrebbe dire, se non fosse che in questa classifica la sanità del Fvg ne esce con le ossa rotte. Del resto sono anni che la situazione è in progressivo avvitamento e la pandemia non ha fatto altro che evidenziare l’incapacità di gestione offrendo nel contempo il più classico dei paraventi, nascondendo dietro la scusa del Covid, i mali dovuti ad una imbarazzante gestione della salute regionale aggravati dal fatto che, più o meno inspiegabilmente, il presidente della giunta regionale Massimiliano Fedriga ha sempre difeso a spada tratta il suo vice nonché assessore alla sanita Riccardo Riccardi. Così oggi a poco più di tre mesi dalla scadenza elettorale l’unico dato che pare positivo è legato alle notizia, ancora ufficiosa ma data per certa, è che Riccardi non si vedrà riconfermare il suo feudo sanitario, anche se, come purtroppo troppo spesso nello stile italico, anziché rimosso è basta, verrà “promosso e rimosso”. Vedremo, ma tutto sommato delle sorti di Riccardi poco importa, quello che importa sono le sorti della sanità regionale. Chiunque verrà chiamato a gestirla avrà una missione quasi impossibile per ripararne i guasti e, soprattutto, provvedere ad eliminarne anomalie funzionali e dirigenziali che saranno difficili da sradicare. Tornando all’analisi di Cittadinanza attiva. si evidenzia come “soprattutto nelle zone periferiche e ultraperiferiche delle aree interne, è evidente la cosiddetta desertificazione sanitaria, ossia territori in cui le persone hanno difficoltà ad accedere alle cure a causa, ad esempio, dei lunghi tempi di attesa, della scarsità di personale sanitario o delle ampie distanze dal punto di erogazione delle cure. Il problema rischia, aggiunge lo studio, di non essere colmato dai fondi messi a disposizione dal PNRR. Infatti soltanto il 16-17% delle Case e degli Ospedali di Comunità sarà realizzato in queste zone”…. “Tenendo presente le 39 province dove gli squilibri, tra numero professionisti e cittadini, sono più marcati, primeggiano Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Lodi, Milano) e Piemonte (Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli) con sei province, seguite dall’intero Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste) e dalla Calabria (Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia) con quattro province. Seguono Veneto (Treviso, Venezia, Verona), Liguria (Imperia, La Spezia, Savona) ed Emilia Romagna (Parma, Piacenza, Reggio Emilia), con tre province a testa, Trentino Alto Adige (entrambe le province autonome di Bolzano e Trento) e Lazio (Latina e Viterbo). Laconico il commento di Salvatore Spitaleri (Pd): “per Riccardi ok Fvg senza medici, si lascia dietro paesaggio di macerie”. “L’intero Friuli Venezia Giulia, commenta infatti l’esponete dei Dem, è tra le aree italiane in cui sono più marcati gli squilibri tra numero di professionisti e cittadini: non stupisce. Ogni giorno si aggiungono nuovi indicatori a segnare la fine della narrazione trionfalistica sulla sanità regionale della Giunta Fedriga. Il Fvg è schiacciato di fronte a una realtà che mette in fila cinque anni di guerra ai professionisti, lievitazione delle liste d’attesa, assenza di investimenti sulla prevenzione, desertificazione scientifica della sanità territoriale, vuoto pneumatico della programmazione”. “La fuga dalla sanità regionale del cosiddetto vicegovernatore viene raccontata come il riposo del guerriero ma il fatto è – spiega Spitaleri – che Riccardi lascia dietro di sé un paesaggio di macerie, rimangono tutte le figure dirigenziali da lui nominate e in più pare voglia piazzare un ‘delfino’ per un controllo da remoto”.
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