Domani è la giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini. Giusto il riconoscimento, sbagliata la data
Lo avevamo già scritto all’indomani dell’approvazione della legge n° 44 del 5 maggio 2022 dopo che per iniziativa della Lega il Parlamento aveva istituito la “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini”, da celebrarsi annualmente il 26 gennaio. Giusto il riconoscimento sbaglia la data scelta perchè si inquadra nell’ambito di quella volotà della destra italiana, oggi al governo, di reinterpretare ii fatti drammatici della storia. Il 26 gennaio infatti commemora la battaglia di Nikolajewka e la drammatica campagna di Russia. Il provvedimento è stato votato con 189 voti a favore, nessun contrario e un astenuto e questa è la dimostrazione di come spesso i parlamentari non riescano a cogliere i retroscena che stanno dietro i loro voti. Dal 5 maggio 2022 quindi il provvedimento è diventato legge e ogni anno il 26 gennaio verrà celebrato in ricordo, viene detto, dell’eroismo dimostrato dal corpo d’armata nella battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio 1943, durante la seconda guerra mondiale. Ed è proprio sulla “emblematica” scelta della data del 26 gennaio, giorno in cui ricorre l’anniversario di una battaglia nella ritirata di Russia, che vale la pena fare una riflessione. Se da un lato infatti gli Alpini hanno dimostrato nella loro storia una non scontata operatività non solo in guerra, ma di grande umanità civile, spendendosi in decine di operazioni durante catastrofi naturali, sia in Italia che all’estero, scegliere come data quella di una battaglia nel corso di una guerra d’aggressione fascista sbagliata, è stato un errore, anche se in realtà a ben vedere ad essere commemorata non è l’azione militare inserita in una ritirata disastrosa, ma il ricordo dei circa 40.000 Alpini che rimasero indietro e morirono nella neve, dispersi o catturati. Sulla cause della loro sorte il giudizio storico è già stato dato al di là di ogni dubbio e quindi di quell’evento non c’è nulla da festeggiare. Ma come andiamo ripetendo ad ogni occasione, anche quando la data istituenda riguarda altre vicende, l’istituzione di “giornate” commemorative su qualsiasi fatto non ci appassiona, non solo perchè diventa, nella maggioranza dei casi, una riga sul calendario, ma perchè troppo spesso alla base vi sono motivazioni “ora per allora” che vanno oltre l’evento che si vuole ricordare, magari una voglia di “bilanciare” fatti storici divisivi. Lo stesso alla fine avverrà anche per i giorno degli Alpini. Non dimentichiamo che le azioni compiute nel bene e nel male e la storia devono trovare ben altri spazi di studio e discussione e quindi, per l’amor di Dio, lasciamo perdere il calendario.