Domani il festival Fotografia Zeropixel dedicherà una convegno ai “fotografi dell’ombra”

Si avvicinano gli ultimi appuntamenti per il festival Fotografia Zeropixel, che sabato 4 dicembre si sposterà a Ronchi dei Legionari (GO), per il convegno “I fotografi dell’ombra – Maurizio Frullani/Roberto Kusterle/Sergio Scabar”, in programma alle 11 all’interno del Consorzio Culturale del Monfalconese/Ecomuseo TERRITORI (Villa Vicentini Miniussi, Piazza dell’Unità, 24), che coorganizza l’incontro. A discutere di questi tre maestri della fotografia stage, teatrale, della scena pazientemente progettata, costruita e fotografata saranno la storica e critica dell’arte Angela Madesani, lo storico del cinema e curatore indipendente Marco Puntin e il giornalista e critico Michele Smargiassi, con l’introduzione di Davide Iannis e Roberto Del Grande, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio Culturale del Monfalconese, gli interventi di Roberto Kusterle, Lucia Comuzzi Scabar, Gianpaolo Cuscunà, Giacomo Frullani, e il coordinamento di Annamaria Castellan. I tre fotografi protagonisti, che hanno in comune il luogo di provenienza, la Venezia Giulia, e il periodo di attività, cominciarono tutti e tre a lavorare sulla materia scura del mondo, sulla forza oscura delle figure. Frullani, Kusterle e Scabar appartengono a una tradizione fra le più antiche della fotografia, come macchina che produce immaginario: quella del tableau vivant, del teatro da camera (oscura). “Li differenzia la scelta delle mitologie e delle ossessioni, delle metafore visuali. Li accomuna quel sentimento puristicamente surrealista che André Breton chiamò, non per nulla, humor nero, dove occorre non perdere l’ossimoro: nero, ma c’è humor, c’è l’ironia, c’è il sarcasmo, c’è il paradosso”, evidenzia Smargiassi nell’articolo, nato per il suo blog, da cui è nata l’idea del convegno. “Alla fine ci siamo scordati quella verità antica per cui le immagini emergono sempre dal buio. Me lo hanno ricordato, in una giornata di sorprese e scoperte di cui ringrazio Annamaria Castellan e gli amici triestini di Zeropixel, le immagini di tre fotografi del Friuli Venezia Giulia di cui sapevo troppo poco”, scrive Smargiassi. Con questo convegno si intende dunque indagare su questi tre fotografi, colleghi e amici, e sul loro lavoro, per comprendere se esiste un fil rouge che lega i tre artisti e le loro relazioni artistico espressive, stilistiche e umane. Ai tre fotografi “dell’ombra” Fotografia Zeropixel ha dedicato negli anni diverse esposizioni e dal 2019, in omaggio a Sergio Scabar, l’unico fotografo rimasto sempre fedele alla fotografia tradizionale, ha istituito anche un premio che porta il suo nome. Le esposizioni, negli anni, hanno contribuito ad approfondire la conoscenza di questi tre maestri e dei loro straordinari lavori. Attraverso le loro opere il festival ha raccontato l’anima di grande viaggiatore di Maurizio Frullani, il suo sguardo limpido e discreto, la sua empatia con i soggetti dei suoi scatti. “La sua narrazione entra sottilmente dentro al mistero della nostra e della altrui visione, senza spiegare troppo, senza risolvere del tutto. La sospensione è la sua nota di fondo – ha scritto Annamaria Castellan -. Appassionato di musica, da questa ha imparato le infinite variazioni con cui scrivere e riscrivere le sue storie e quelle degli uomini che ha incontrato nei suoi lunghi viaggi. Ne nascono immagini come fossero prologhi d’opera, sinfonie pastorali, arie tragiche o sommessi interludi”. Appartenente a quella generazione ‘beat’ che ha vissuto la straordinaria apertura culturale degli anni Sessanta, Frullani esplora l’Oriente percorrendo la via della Seta con un van Volkswagen. I suoi reportage di viaggio raccontano di paesi ancora incontaminati come Afghanistan, Yemen, India, dove l’autore raccoglie sguardi e storie degli uomini incontrati e con cui ha cercato sempre un contatto. Roberto Kusterle è invece il fotografo visionario che racconta mondi immaginari, in cui realtà e fantasia si urtano e luoghi e persone ci risultano lucidamente familiari, pur provenendo da un altrove mitico e fiabesco, costruito con sapienza. Per Kusterle ogni fotografia è un processo lungo e faticoso, di cui lo scatto è solo una parte. Prima c’è il pensiero, poi la preparazione del materiale: ogni dettaglio è costruito a tavolino, con una mise en scéne raffinatissima. Kusterle stuzzica i nostri sensi facendo leva su immagini simboliche e allegoriche, immerse in un mondo silenzioso sospeso tra il sogno, la favola e il gioco, in cui il tempo e lo spazio descrivono un altrove. Infine Sergio Scabar, che è il fotografo della sperimentazione continua, del dialogo speciale e intimo con gli oggetti, per cogliere la loro “visibilità muta” nei chiaroscuri, nei giochi geometrici di forme diverse accostate o sovrapposte, alla ricerca dell’armonia, dell’equilibrio assoluto tra spazio e tempo. Nei suoi lavori, scrive Federica Luser, si coglie “il silenzio di luce, come lui stesso definiva le proprie composizioni, il suo dialogo speciale con gli oggetti”.

Organizzato da Associazione Acquamarina, Fotografia Zeropixel quest’anno ha ampliato ancora le sue collaborazioni internazionali, con nuove partnership prestigiose al di qua e al di là degli oceani – con l’associazione Gabinete fotográfico di Puebla (Messico), l’associazione 120Love di Tokyo (Giappone), la Galerija Fotografija di Lubiana (Slovenia) – che si aggiungono a quelle consolidate con la Biblioteca Statale “Stelio Crise” di Trieste, la Grin Gallery di Umago (Croazia), e, in Italia, con il Circolo Culturale Fotografico Carnico, l’Associazione Fotonomia di Firenze che organizza anch’essa un festival fotografico analogico, l’Associazione Silver Age, l’Associazione Prologo, l’Associazione Leali delle Notizie, lo Spazio d’arte trart, l’Associazione TriesteAltruista e RDT Radio Station di Trieste. Fondato da Annamaria Castellan, Massimiliano Muner e Michela Scagnetti, il festival si avvale della conduzione artistica di Ennio Demarin e viene realizzato grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e del Credito Cooperativo di Trieste e Gorizia, in coorganizzazione con il Comune di Trieste, Comune di Tolmezzo, Consorzio Culturale del Monfalconese/Ecomuseo Territori e con l’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia.