Domani in scena “Pasolini ti scrivo”: gli studenti del Liceo Leopardi-Majorana di Pordenone salgono sul palco dell’Auditorium Concordia
“Pasolini ti scrivo” è il titolo dello spettacolo che mercoledì 8 giugno, alle 20.45, vedrà salire sul palcoscenico dell’Auditorium Concordia a Pordenone, in qualità di protagonisti assoluti, gli studenti e le studentesse del Liceo Leopardi-Majorana di Pordenone, che sono stati guidati nel percorso di messa in scena dalla regista e drammaturga Bruna Braidotti, dall’attore Paolo Mutti e, per le parti cantate, da Francesca Ziroldo e dal musicista Nicola Milan, che li accompagnerà alla fisarmonica in scena. Dopo il successo riscosso durante la matinée del 6 giugno di fronte alla scolaresca, mercoledì 8 i giovani allievi – Luce Camarotto, Davide Bigoni, Caterina Baradel, Giulio Kahol, Lorenzo Corazza, Elena Oman, Jemima Samba, EriKa Bortolussi, Francesca Paronuzzi – si esibiranno di fronte al pubblico per una serata emozionante, che renderà omaggio alla sensibilità dell’immenso poeta, saggista e autore, di madre friulana. Lo spettacolo, con ingresso a offerta libera, è l’esito di un laboratorio teatrale della Compagnia di Arti e Mestieri nell’ambito del progetto “Teatro della Comunità” sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. La Compagnia ha scelto di lavorare con gli studenti sulla figura di Pasolini, non solo in occasione del centenario della nascita, ma perché molti degli scritti giornalistici dello scrittore vertono proprio sui giovani.
Gli allievi del Liceo Leopardi-Majorana sono stati messi di fronte alle domande che i ragazzi negli anni ’60 ponevano allo stesso Pasolini, che curava una rubrica epistolare sulla rivista “Vie nuove”. Spiega la regista Bruna Braidotti: «l’obiettivo è stato quello di far riflettere i/le partecipanti sulle analogie e differenze tra i comportamenti giovanili degli anni ’70 e quelli attuali, e far conoscere attraverso l’analisi e discussione degli articoli dello scrittore, l’evoluzione della società italiana di questi ultimi 50 anni». Le analogie fra le riflessioni e considerazioni di Pasolini e la contemporaneità vengono utilizzate così per un‘analisi contestualizzata al periodo storico che i giovani della Generazione Z stanno vivendo, un periodo erede degli anni ‘60 e ’70 in cui il mito iper-moderno del consumo iniziava a invadere la società, che ora ha portato a compimento il suo ciclo. L’esito è uno spettacolo fresco, di cui sono autori i giovani interrogati a trecentosessanta gradi sui quesiti che lo scrittore poneva alla società del suo tempo. I ragazzi e le ragazze si rivolgono quindi direttamente allo scrittore, e lo fanno lanciando domande a cui inaspettatamente Pasolini ancora ci risponde, con le sue parole di allora.