Dopo la morte di Giulia arriva il piano del Ministro dell’istruzione Valditara

Un piano urgente contro la violenza di genere, così è presentata il piano studiato in fretta e furia dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara piano che prevede l’introduzione di lezioni di “educazione alle relazioni” nelle scuole secondarie di secondo grado, ovvero licei, istituti tecnici e professionali. Così all’indomani dell’uccisione di Giulia Cecchettin, la giovane laureanda veneta massacrata dal suo ex compagno c’è l’obiettivo, ha spiegato il ministro,  di affermare e diffondere tra i giovani la cultura del rispetto, della parità di genere e del contrasto ad ogni forma di violenza, soprattutto dopo gli episodi di stupro di gruppo avvenuti a Palermo e Caivano, e ovviamente proprio dopo il caso di Giulia. Le lezioni  saranno tenute in autogestione dagli stessi studenti ma guidati da esperti del settore, come psicologi, avvocati e rappresentanti delle associazioni in difesa delle vittime di violenza. Ogni gruppo di alunni dovrà approfondire un determinato aspetto della violenza di genere, come la percezione di sé, gli stereotipi, il consenso, il cyberbullismo, il femminicidio, ecc. Gli incontri si terranno almeno una volta ogni due settimane per un’ora o due. “La scuola — dice Valditara — deve educare a sentire l’altro, all’empatia, alla cultura del rispetto, superando il pregiudizio, la cultura maschilista, la discriminazione, la prepotenza. Questo e altro sta alla base del mio progetto “Educare alle relazioni”.  Bene anche se forse la fretta non ha fattto chiarire bene il progetto all’interno del ministero dato che a RaiNews24, la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti ha spiegato diversamente che  le ore “saranno gestite da insegnanti formati, che in alcuni casi potranno anche avvalersi di supporti eterni” come psicologi “ma a scuola ci saranno gli insegnanti, che nel corso della loro formazione avranno contatti con gli psicologi”. Il  ‘piano Valditara’, spiega Frassinetti, fa parte delle “linee guida dell’educazione civica, cercheremo di farla iniziare al più presto possibile con dei cicli di 3 mesi almeno, e poi nelle scuole superiori, ma non si esclude che anche dalle primarie e secondarie di primo grado ci possa essere un intervento in tal senso”. Verrebbe da chiedere se fra gli esperti verrà inviato anche il generale Vannacci. La proposta Valditara però al momento non accontenta tutti: non la segretaria del Partito democratico Elly Schlein che aveva aperto al dialogo su un nuova legge e che avrebbe preferito provvedimenti strutturali e no certo uno “spot” propagandistico come quello che sembra essere alla base del piano ministeriale. Di parere opposto al ministro anche il sindacato dei presidi secondo cui occorre una riflessione ampia sull’intero sistema. Serve “una rivoluzione culturale, basta con interventi annunciati sulla scorta dell’emozione. Il sistema scuola ha bisogno di momenti periodici di confronto, di tavoli tecnici tematici, propositivi e risolutivi delle emergenze educative, in primis quello della violenza di genere. La scuola può incidere significativamente sui modelli culturali edificanti. Proponiamo un nuovo umanesimo scolastico, la ri-fondazione della persona, incidendo sulle relazioni, sullo sviluppo delle competenze emotive, su un approccio didattico che parta dai problemi”.