E’ ancora viva la memoria a 49 anni dal terremoto che devastò il Friuli portando morte e distruzione. I Commenti della politica
Sei maggio 1976 ore 21:00:12 un terremoto devastò il Friuli, la terrà tremò e sussultò per quasi un minuto tempo che per chi l’ha provato, è stato eterno . Il sisma di 6 gradi e mezzo della scala Richter e le repliche numerose che durarono fino a settembre, provocò mille morti e 3 mila feriti e danni enormi al patrimonio abitativo e delle imprese di una area vastissima con decine di migliaia di persone rimaste senza casa. Il luogo simbolo delle devastazioni nella memoria dei friulani è Gemona dove la distruzione fu quasi totale.
I Commenti della politica regionale
6 maggio. Presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin: memoria e futuro, la lezione del terremoto
Quasi mille morti. Interi comuni rasi al suolo. Il dolore per la perdita delle persone care unito allo smarrimento per un futuro sospeso e alla paura che possa tornare di nuovo. Il terremoto del 6 maggio 1976 causò una ferita profonda e lacerante nel cuore del Friuli, ma in quel dolore il popolo friulano seppe trovare la forza interiore per rialzarsi con dignità e ripartire.
“Nel quarantanovesimo anniversario del sisma del ’76 – sottolinea il presidente del Consiglio regionale, Mauro Bordin – il mio pensiero va alle vittime, ai loro cari e a tutti coloro i quali hanno subito le conseguenze indelebili di quella terribile notte. Ricordare è un dovere, un atto di rispetto verso chi non c’è più, ma anche un monito per non dimenticare mai la fragilità della nostra esistenza di fronte alla forza della natura”.
“L’esperienza del terremoto ci ha insegnato l’importanza cruciale della prevenzione e della sicurezza – aggiunge Bordin -. Dobbiamo continuare a impegnarci per ridurre i rischi di eventi estremi e calamitosi e anche per promuovere una cultura della prevenzione che consenta alle nuove generazioni di vivere in luoghi sempre più sicuri”. Una sfida da vincere, come accaduto con quella della ricostruzione.
“La ricorrenza che celebriamo oggi – prosegue il presidente del Consiglio regionale – è anche un’occasione per rendere merito alla straordinaria capacità di rinascita della gente friulana. Mattone dopo mattone ha ricostruito case, paesi e anche il tessuto sociale ed economico. Con il commissario di Governo Giuseppe Zamberletti a coordinare gli interventi e i sindaci in prima linea nell’azione”.
“Tenacia, cultura del lavoro, solidarietà e una gestione efficiente delle risorse hanno dato vita al cosiddetto Modello Friuli, che – conclude Bordin – vogliamo continui a rappresentare un tratto distintivo di questa nostra regione, in cui proprio grazie all’esperienza del terremoto è germogliato il moderno sistema nazionale di Protezione civile”. Il Friuli non fu solo vittima di un evento tragico, ma divenne anche un laboratorio da cui trarre insegnamenti preziosi per la sicurezza dell’intero Paese.
Open Fvg. Friuli, memoria e rinascita: 49 anni dall’Orcolat
Oggi ricordiamo con rispettoso cordoglio le quasi mille vittime del tremendo terremoto che scosse il Friuli la sera del 6 maggio di 49 anni fa. Quella tragedia segna però una rinascita che per i secoli a venire sarà simbolo di solidarietà e riscossa. La gente friulana divenne esempio universale. Risuonerà per sempre la frase di Pre Checo Placereani nella famosa messa di suffragio per le vittime “Il Friûl al á di vignî fûr dal taramot pal cjâf, no pai pîts.” Il Friuli deve uscire dal Terremoto con la testa, alla maniera dei vivi, non con i piedi alla maniera dei morti. La testa rappresentava l’innovazione, il progresso, l’Università, i piedi rappresentavano una nuova immigrazione.
Auguriamoci che questa frase possa sempre ispirare le generazioni presenti e future, coloro che rimangono e coloro che se ne vanno.”
Così si è espresso Furio Honsell, Consigliere regionale di Open Sinistra FVG.
Terremoto Friuli: Gruppo Pd, valori del ’76 esempio di rinascita
«Oggi ricordiamo e rendiamo onore alla forza e all’unità che mossero le comunità del Friuli 49 anni fa a seguito del terremoto che colpì il cuore del Friuli. Quei valori, che guidarono l’azione di cittadini e amministratori, restano tutt’oggi un esempio da seguire, sia nella forza di rialzarsi, sia nello spirito di coesione e solidarietà che sta contraddistinguendo anche oggi la nostra comunità regionale». Lo affermano i consiglieri regionali del Partito democratico in occasione delle commemorazioni del 49° anniversario del terremoto che il 6 maggio del 1976 colpì il Friuli.
«Gli esempi del passato sono emblematici: l’aiuto e la solidarietà delle persone, lo sforzo di non lasciare nessuno indietro, concetti che da Zamberletti al singolo sindaco e volontario sono stati lasciati a tutti noi. Come avvenne nel periodo post sisma, allo stesso modo, oggi dobbiamo richiamare quei valori e garantire la necessaria solidità al tessuto sociale e produttivo, forza alle istituzioni locali, affinché nell’autonomia ci sia una sana collaborazione tra Stato, Regioni e soprattutto Comuni. Questi buoni esempi del passato devono continuare a ispirare la politica di oggi».
6 Maggio. Capozzi (M5S): Friuli simbolo di orgoglio, alacrità e determinazione davanti al mondo intero
“Quasi mezzo secolo, volato via come un soffio di vento, non ha cancellato neppure una delle immagini strazianti che contraddistinsero quell’immane tragedia. Un migliaio di esistenze spazzate via dalla furia delle scosse sismiche, interi paesi rasi al suolo e disperazione ovunque. Eppure, proprio da quel drammatico 6 maggio 1976, il Friuli e le sue genti seppero risollevarsi con disperato orgoglio e incrollabile determinazione, presentando al mondo intero la forza dei loro volti impassibili, del loro carattere indomito e della loro innata operosità”.
La consigliera regionale Rosaria Capozzi (MoVimento 5 Stelle), attraverso una nota stampa, prende la parola per ricordare quanto accadde in regione 49 anni or sono quando, nonostante i dolorosi lutti e l’ovvia disperazione, dalle macerie di territori sconvolti emerse la voglia di lottare e di opporsi alla sorte avversa.
“Le lacrime non si erano neppure asciugate – aggiunge l’esponente pentastellata – che già emergeva quel desiderio di rinascita e di unità d’intenti che hanno consentito di dare il via a un autentico esempio di ricostruzione, senza vittimismi, all’insegna dell’alacrità e del reciproco supporto”.
“Intere comunità, guidate da amministratori modello e supportate dagli uomini in divisa, seppero riprendersi – precisa Capozzi – aprendo la strada anche a preziose attività di volontariato che, in futuro, sarebbero state altrettanto utili e generose in occasione di altre catastrofi nazionali, recando con sé proprio l’eredità di quell’esperienza e competenze sempre più professionali”.
“Un Friuli, esempio di cuore, corpo e anima – sottolinea la rappresentante del M5S – che, proprio da quelle ore, seppe ripartire per ricostruirsi, rinnovarsi e migliorarsi sotto molteplici aspetti”.
“Un naturale e innato spirito di coesione e di solidarietà esasperato da quel sisma maledetto – conclude Capozzi – ma che, anche oggi, deve più che mai costituire un illuminato modello di comportamento umano e di scelte politiche per affrontare un momento storico drammatico e una parentesi economica ormai delicatissima. Giusto, perciò, ricordare con profonda e sincera commozione; ma ancor più giusto, soprattutto da parte delle Istituzioni e del mondo della politica, prendere esempio, onorando vittime ed eroi di allora con un atteggiamento coscienzioso e una collaborazione incessante per il bene della collettività. Un atteggiamento che parta dai Comuni per arrivare fino al Governo nazionale, passando ovviamente per la centralità della Regione”.
Terremoto: Amirante assessore regionale a Infrastrutture e territorio: 49 anni fa Friuli mostrò propria forza e unità
“Il 6 maggio è un momento di memoria collettiva, riconoscenza e orgoglio. Il sisma del 1976 segnò una svolta per il Friuli: da una tragedia nacque una straordinaria rinascita comunitaria. Con coraggio, dignità e coesione, il popolo friulano avviò una ricostruzione esemplare, frutto della sinergia tra istituzioni, autonomie locali e Stato. Il “modello Friuli” divenne riferimento nazionale, grazie anche all’impegno di Vigili del Fuoco, medici, operatori sanitari e dell’Associazione Nazionale Alpini. Da quell’esperienza nacque la moderna Protezione Civile”.
Così l’assessore regionale a Infrastrutture e territorio, Cristina Amirante, in occasione del 49, anniversario del terremoto del Friuli.
“Un pensiero va all’Esercito Italiano – che il 4 maggio ha celebrato i 164 anni di fondazione – e ai militari di leva che persero la vita. La prontezza e il sacrificio delle Forze Armate furono decisivi per salvare vite e ripristinare la vivibilità nelle zone colpite”.
A quasi cinquant’anni dal sisma, ponti, strade, gallerie e edifici necessitano oggi di interventi di manutenzione straordinaria, adeguamento o rifacimento.
“Affrontiamo questo compito con la stessa responsabilità di allora – ha detto Amirante -. L’esperienza post-sisma ci ha permesso di dotarci di protocolli avanzati, metodologie di analisi statiche e sismiche e strumenti di monitoraggio per intervenire in modo tempestivo ed efficace”.
L’assessore ha infine ribadito “l’impegno della Regione a garantire sicurezza e resilienza future, puntando non solo alla conservazione, ma anche alla realizzazione di interventi per un territorio sempre più sicuro e a misura di persona. La vera memoria è costruire ogni giorno un futuro migliore”.
Moretuzzo: «Dalla ricostruzione post terremoto esempio straordinario di autonomia e attivismo, modello per il presente»
«Il terremoto del 6 maggio 1976 ha rappresentato per il Friuli un momento drammatico, in cui hanno perso la vita quasi 1000 persone e interi paesi sono stati distrutti. Farne memoria a 49 anni di distanza significa innanzitutto ricordare le vittime e coloro che hanno perso gli affetti più cari», afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica FVG Massimo Moretuzzo nell’anniversario del sisma che colpì il Friuli.
« La memoria del terremoto in Friuli ci restituisce anche l’esempio straordinario dell’esercizio dell’autonomia al servizio della comunità della nostra terra e l’attivismo delle friulane e dei friulani: partecipazione democratica nelle decisioni, forme di autogestione, senso di appartenenza, determinazione hanno caratterizzato la ricostruzione post sisma. Un esempio per l’oggi » .
Terremoto, Avs: Il FVG dalla sofferenza e distruzione seppe fare scuola
“Il 6 maggio 1976 il tempo in Friuli Venezia Giulia si fermò tra i rintocchi delle campane nei campanili che battevano le nove e quella radiolina che tutto d’un tratto smise di trasmettere musica in una serata calda di inizio estate e che, attraverso una registrazione amatoriale, rimase come testimonianza per le generazioni a venire.” Così in una nota la Consigliera Regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra, nel quarantanovesimo anniversario del terremoto che stravolse la vita di migliaia di corregionali. “L’evento principale ebbe una magnitudo di 6.5 della scala Richter, causando gravi distruzioni in tutta la Regione e che cambiò la vita a centinaia di migliaia di persone. Io c’ero e, seppur bambina, sento ancora addosso la ferita di quel 6 maggio con un ricordo e un pensiero particolare per quelle vittime, che toccarono quasi le mille unità, e a tutti i familiari e volontari che a mani nude scavarono sotto le macerie per giorni al fine di salvare quante più persone possibile, vite che potevano essere perse per sempre. Il sisma che scosse rovinosamente il FVG – conclude Pellegrino – fu un evento spartiacque che cambiò radicalmente la vita sociale della nostra terra, facendo anche nascere una consapevolezza nuova di un popolo che seppe rialzarsi dalla tragedia facendo scuola per i decenni successivi su quei territori che sono stati colpiti dalla tragedia del terremoto.”
Fi: da tragedia nato modello di rinascita e solidarietà
“Sono passati quarantanove anni dal devastante terremoto che il 6 maggio 1976 ha sconvolto il Friuli, causando quasi mille vittime, radendo al suolo palazzi e interi paesi e provocando circa 45mila senzatetto. Quel sisma, tra i più devastanti della storia repubblicana, ha scosso profondamente il Friuli e i friulani ma ha anche generato un percorso unico di ricostruzione, rinascita e coesione. Il Friuli ha saputo rialzarsi con dignità e determinazione, dando vita a un modello virtuoso di sviluppo sociale, economico e imprenditoriale. Le istituzioni locali, i cittadini e il tessuto produttivo hanno imparato a collaborare in modo esemplare, dimostrando che anche dalle macerie può fare capolino una nuova speranza”.
Così, in una nota, il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, con Andrea Cabibbo, Roberto Novelli e Michele Lobianco, nel ricordare che “proprio in quelle circostanze drammatiche ha preso forma un’esperienza destinata a cambiare per sempre il nostro Paese, ovvero l’origine della protezione civile italiana. Nata dalla necessità di coordinare efficacemente gli interventi di soccorso e ricostruzione, si è affermata negli anni come un caposaldo fondamentale per la gestione delle emergenze, simbolo di efficienza e solidarietà. Quell’esperienza ha dato ulteriore sostanza anche al concetto stesso di autonomia, intesa come esercizio responsabile e proattivo della gestione del territorio”.
“A 49 anni da quel tragico evento – concludono gli esponenti forzisti- rendiamo omaggio alla memoria delle vittime e rinnoviamo il nostro impegno per custodire e tramandare i valori di resilienza, solidarietà e responsabilità collettiva che il Friuli ha saputo insegnare all’Italia, divenendo un paradigma di riferimento per tutti e dando prova di orgoglio, tenacia e grandissima forza di volontà”.
6 maggio. Di Bert (Fp): terremoto fu simbolo di resilienza
“A 49 anni di distanza dal devastante terremoto che colpì il Friuli, ricordiamo con rispetto e commozione le vittime di quella tragedia e l’immenso coraggio dimostrato dalla nostra comunità. Un dramma che ha segnato profondamente la storia di questa terra, ma che ha anche visto la straordinaria capacità di rinascita e solidarietà del nostro popolo”.
Sono le parole che il Consigliere regionale Mauro Di Bert, capogruppo di Fedriga presidente affida in una nota, anche a nome dei colleghi del gruppo Fp, nella giornata che segna l’anniversario dal devastante terremoto del 1976.
“Non fu solo un evento tragico – continua Di Bert -, ma un simbolo di resilienza. Le macerie hanno dato spazio a nuove vite, nuovi edifici, nuove strutture sociali ed economiche. Il Friuli ha saputo risollevarsi, diventando esempio per tutto il Paese di come, nonostante il dolore, si possa reagire e ricostruire”.
“Oggi esprimiamo ancora una volta la nostra vicinanza a chi ha vissuto quella tragedia e alle generazioni che hanno continuato a portare avanti la memoria di quei giorni. Non dimentichiamo – conclude il consigliere regionale – la forza di chi ha dato e continua a dare un contributo per il futuro di questa Regione”.