E’ vero, in Fvg c’è una dittatura sanitaria. Non è quella ridicola sul Covid, ma la ben più pericolosa politica inetta imposta dall’assessore Riccardi
L’ennesimo grido d’allarme e “di dolore” delle organizzazioni sindacali della Intersindacale della Dirigenza Sanitaria del FVG che come FriuliSera ieri abbiamo immediatamente pubblicato, torna a mettere il dito in quella che definire gestione fallimentare della sanità del Friuli Venezia Giulia è poco. Un tempo fiore all’occhiello a livello nazionale la nostra sanità pubblica, se continua questa gestione approssimativa, rischia di farci precipitare negli ultimi posti e non certo per colpa del personale sanitario che nulla o poco può dinnanzi ad una gestione ed organizzazione delle strutture che spesso ha del demenziale per non parlare poi del nepotismo che aleggia. E non si dia colpa al Covid che, se non altro, dal punto di vista finanziario per le risorse messe in campo dai livelli nazionali, non è certo il problema. Una situazione talmente seria che vorremmo vedere manifestazioni di piazza per questo e non certo per la risibile querelle su tamponi e green pass. Purtroppo però la mobilitazione resta confinata ai falsi problemi, meglio ai problemi personali di alcuni, non certo la maggioranza, che vede il concetto di libertà confinato alla propria risibile sfera personale, fatta di paure, queste tutto sommato rispettabili, ma soprattutto di false convinzioni pseudo scientifiche, di gretta ignoranza unita ad una presunzione sfrenata che fanno di quelle manifestazioni un cocktail tossico. Oggi l’ennesimo e serissimo allarme dei sanitari ha quantomeno risvegliato la politica d’opposizione, mentre la maggioranza, nella quale alcuni mugugni relativi alla gestione esclusiva da padre padrone di Riccardo Riccardi pure vi sono, resta un silenzioso imbarazzo. Speriamo che ad un certo punto possano palesarsi reazioni concrete oggi tenute a freno da un falso concetto di coesione di maggioranza che non dovrebbe arrivare fino al punto di diventare correi dei disastri annunciati. Diciamo che il coraggio non è di casa in certi ambienti del centrodestra. Fatta questa breve analisi vediamo cosa dicono le opposizioni che, a nostro modestissimo parere, dovrebbero però uscire dalla protesta istituzionale o mediatica e cercare di coinvolgere i cittadini che non solo vanno informati ma anche mobilitati perchè la favoletta della dittatura sanitaria relativa al Covid è in realtà tristissima realtà per quanto riguarda la gestione politica della sanità del Fvg, fattore che ci preoccupa molto di più rispetto alla demenzialità di una protesta irrazionale e senza alcuna speranza di ottenere, per fortuna, risultati concreti con una abolizione sul green pass. In realtà, quando in gioco c’è per davvero la salute dei cittadini, non basta, come fa il Gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle, e non solo, chiedere la convocazione della III Commissione per ascoltare l’assessore Riccardi e le principali rappresentanze sindacali “sulla carenza di personale del Servizio sanitario regionale, in relazione ai piani di fabbisogno e considerati i documenti di programmazione, incluso il piano regionale di governo delle liste d’attesa”, non basta perchè alla fine sarà il solito teatrino con Riccardi che respingerà, fra velate minacce e snocciolamento di dati funzionali alle sue tesi che tutto è perfetto o quasi o in estrema ratio scaricherà su qualcun altro ogni tipo di responsabilità. Un giochetto al quale Riccardi ci ha abituati in ogni suo intervento. Sembra averlo compreso maggiormente il PD o almeno il componente della commissione Paritetica Stato-Fvg Salvatore Spitaleri che in una nota oggi dice: “Le molte risorse che, anche in assestamento, sono destinate alla salute richiedono risultati e dopo tre anni, continue lezioni dal banco della Giunta, rimbrotti e qualche ironia di troppo, non si vedono non solo i risultati, ma anche le prospettive di ripartenza, di maggior efficienza e efficacia appaiono assai lontane. È più che comprensibile se le organizzazioni sindacali, questa volta tutte le rappresentanze della dirigenza medica, segnalano ancora la mancata informazione, il mancato coinvolgimento, la mancata programmazione, la mancata predisposizione di procedure assuntive idonee ad affrontare sfide e progetto del Pnrr. La preoccupazione dei medici è pienamente condivisa dai cittadini utenti della sanità regionale”. “Per l’assessore Riccardi prima c’era la pandemia come scusa – indica Spitaleri – per ogni disattenzione, disorganizzazione e mancato coinvolgimento, ora semplicemente non si può disturbare il manovratore che tutto sa, tutto conosce, tutto gestisce, silenziando ogni dissenso”. “Come saranno gestite le progettualità che le risorse anche nazionali assegnano alla sanità pubblica nel Pnrr – chiede Spitaleri – se il servizio sanitario regionale non è messo in grado di operare? Forse, accadrà come per le liste d’attesa, la cui soluzione l’assessore Riccardi ha affidato volentieri al privato”. Parole pesanti anche da parte di Simona Liguori, consigliera regionale dei Cittadini che in una nota piccata afferma: “Consideriamo gravi la reprimenda della nota intersindacale nei confronti della gestione della sanità regionale targata Fedriga&Riccardi. Con questa nota le 8 sigle sindacali presentano alla Giunta il conto di ormai 3 anni di pianificazione sanitaria che in sostanza non li ha coinvolti nelle scelte di programmazione che di fatto hanno subito come lavoratori”. Per Liguori “La testimonianza dei rappresentanti della intersindacale medici fa il paio con le difficoltà che ci vengono quotidianamente rappresentate da utenti e ammalati che subiscono liste di attesa legate anche alle difficoltà del personale sanitario che pur essendo sotto organico sia negli ospedali che nei territori dà ogni giorno l’anima per curare e assistere”. “E le dichiarazioni dei Sindacati precedute da tanti NO a evidenziare la loro esclusione nelle scelte prese da chi governa la sanità regionale, chiude Liguori, suonano come una solenne bocciatura della sanità targata Fedriga&Riccardi”. Tutto giusto, ma verrebbe da dire, cosa si aspetta a scendere in piazza?