Editoria: Il Pd scopre i rischi del monopolio dell’informazione… troppo tardi anche per pietire spazi con il piattino in mano
Il Partito Democratico scopre l’importanza della comunicazione e della stampa quando le nuvole nere della crisi diventano talmente visibili da non poter sviluppare la politica dello struzzo che ne contraddistingue l’operato in quel settore. Non si può che leggere così la nota del capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Fvg, Diego Moretti che ha espresso preoccupazione sul futuro dei quotidiani regionali del gruppo Nord est multimedia, Il Piccolo e Messaggero Veneto, e sui possibili impatti occupazionali ed editoriali per effetto della riorganizzazione in atto. In sostanza siamo al classico chiudere la “stalla a buoi scappati” e non si può dire neppure che “non li avevano visti arrivare”. Afferma Moretti: «Per la seconda volta da quando Il Piccolo e il Messaggero Veneto sono passati al gruppo Nem, ci troviamo a esprimere preoccupazione per le situazioni denunciate dal Comitato di Redazione delle due testate, che rappresentano una parte importante dell’informazione in Friuli Venezia Giulia. Quello che si apprende dal comunicato dei giorni scorsi non lascia affatto sereni rispetto al fatto che siano garantite le missioni di racconto e testimonianza del nostro territorio e delle sue comunità». «Dare voce al Nord-Est non significa toglierne o ridurne al Fvg, sacrificando quindi il lavoro che Il Piccolo – da oltre 140 anni – e il Messaggero Veneto – da oltre 70, svolgono da decenni. Esprimendo solidarietà e vicinanza ai giornalisti, rivolgiamo anche noi un appello alle istituzioni, a partire dalla Regione, ma anche alla parte di imprenditori friulani della cordata Nem affinché, tutelando il loro investimento, sappiano considerare le ragioni dei lavoratori e il mantenimento del valore delle due testate». Tutto giusto, tutto vero se non fosse che queste cose, anche se non era nostro compito in quanto teoricamente concorrenti a quel gruppo, l’avevamo espresse alle prime notizie di quanto stava avvenendo nel mondo dell’editoria regionale. Scrivevamo l’8 agosto del 2023 in un editoriale dal titolo Monopoli. Accaparramento testate a nordest: un pericolo per il pluralismo e la democrazia?”: …vi sono già ampie indiscrezioni relative ad incontri fra gli imprenditori e la politica Veneta e del Fvg e ci sentiamo di prevedere che il pensiero unico diverrà ancora più stringente, soprattutto in area friul-giuliana e come spesso già avviene si amplificheranno le interpretazioni delle notizie basate sulle omissioni e sulla ricattabilità del personale giornalistico. Volendo rispondere al nostro interrogativo espresso nel titolo la risposta è chiara, i monopoli non fanno mai bene al pluralismo e quello nell’informazione rischia di diventare un enorme problema per la democrazia. Purtroppo temiamo che mentre certa parte politica, forte della sua attuale forza vedrà una certa “copertura” gli altri si vedranno costretti a pietire spazi con il “piattino in mano”. Per tutto questo oggi appare decisamente ingenuo se non demenziale fare appello “alla parte di imprenditori friulani della cordata Nem” il cui unico scopo era proprio quello di controllare la linea editoriale e non certo in favore del riequilibrio delle diseguaglianze ma per tutelare interessi diciamo non certo vicini alle idee che la sinistra dovrebbe difendere. Ora il Pd, ma lo stesso possiamo affermare dell’intero “campo largo” si sveglia con la paura che le relazioni personali, e ribadiamo personali, tessute con giornalisti di quel gruppo potessero venire meno. In realtà non è neppure questo il problema dato che quelle relazioni raramente hanno garantito un equilibrato peso alle posizione del centrosinistra se non immediatamente, anzi preventivamente, controbilanciate dalle repliche dei veri punti di riferimento di quelle testate che sventolano solo dalle parti del potere che oggi e a questo punto chissà per quanto tempo, siederanno rigogliose nella parte destra degli emicicli. Vabbè, diciamo che bisognerà farsene una ragione, così come siamo nati analogici e moriremo digitali, siamo nati liberi e moriremo oppressi……
Fabio Folisi