Elettrolux: si evoca e invoca la Golden Power per bloccare la scalata “cinese”. Ma le lavatrici sono assetti strategici?
Su Electrolux il governo è pronto ad esercitare i poteri speciali, dice il ministro Ciriani e per Serracchiani è doverosa la garanzia Golden Power. Ma è davvero così? Ieri il ministro per i rapporti con il Parlamento, il pordenonese Luca Ciriani, incontrando i sindacati ha evocato proprio il “Golden power” per fermare la vociferata vendita di Elettrolux ai cinesi di Midea. “E’ stato un incontro molto utile per ribadire che dobbiamo fare sistema tra politica, sindacato e territorio a difesa dell’elettrodomestico e dell’insediamento di Porcia, ha spiegato Ciriani, il governo segue con la massima attenzione questa crisi, a breve ci sarà anche un tavolo dedicato a Electrolux come oggi c’è stato un tavolo sull’intera filiera dell’elettrodomestico. Massimo impegno e solidarietà tra le parti sociali per difendere il nostro territorio”. Al centro dell’incontro con le rappresentanze sindacali (Rsu, Fim, Fiom e Uilm) il preoccupante calo di volumi scesi a 680mila pezzi, il massiccio ricorso alla cassa integrazione e appunto le voci di vendita della multinazionale ad acquirenti cinesi. “Non abbiamo nessuna conferma in questa direzione, è chiaro che il governo ha degli strumenti che si chiamano ‘Golden power’ per difendere gli interessi dell’Italia e gli stabilimenti italiani e nel caso li userà sicuramente”. Per Debora Serracchiani intervenuta con una nota a stretto giro è “doveroso da parte del ministro Ciriani l’annuncio che sarà esercitato il Golden Power in caso di necessità, garanzia che anche noi abbiamo chiesto formalmente. Continuiamo a chiedere garanzie per la produzione e l’occupazione. In questa situazione i tavoli tecnici sono utili ma hanno una portata limitata, mentre manca una strategia del pubblico che accompagni la tenuta delle catene del valore made in Italy, tra cui c’è l’elettrodomestico, come la siderurgia, l’automotive e la meccanica”.
Bene peccato però che Elettrolux produca lavatrici che non ci risulta essere assetti strategici quindi l’utilizzo della Golden Power non è semplice come si vorrebbe far intuire. Infatti la normativa sulla cosiddetta “Golden Power” aveva riscritto, con il decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, la materia dei poteri speciali di protezione industriale esercitabili dal Governo, anche al fine di seguire alle indicazioni e alle censure sollevate in sede europea. Per poteri speciali (Golden Power) si intende la facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisizione di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate deliberazioni societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni ma relativamente a determinate condizioni. Le norme fissano puntualmente il requisito per l’esercizio dei poteri speciali nei comparti della sicurezza e della difesa, in sostanza, occorre la sussistenza di una minaccia di grave pregiudizio per gli interessi essenziali della difesa e della sicurezza nazionale. Con atti successivi sono state poi state individuate le attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale. Rilevanza strategica chiara nel settore delle comunicazioni e delle reti, così come per gli impianti utilizzati per la fornitura dell’accesso agli utenti finali dei servizi rientranti negli obblighi del servizio universale e dei servizi a banda larga e ultralarga. Disposizioni simili a quelle previste per il comparto sicurezza e difesa sono quindi quelli degli asset nel settore dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni. In via generale occorre ricordare che, oltre alla disciplina della Golden Power, esistono altri interventi normativi che hanno perseguito – con diverse modalità – scopi analoghi di tutela delle società operanti nei settori giudicati strategici per l’economia nazionale. E forse in questi si potrebbe trovare la strada per contrastare l’eventuale scalata cinese, ma deve essere chiaro che non sarà una passeggiata.