Era ubriaca alla guida la militare Usa accusata di omicidio per la morte del 15enne di Porcia. Probabilmente sfuggirà alla giustizia italiana
L’episodio che è costato la vita nella notte tra sabato e domenica al 15enne Giovanni Zanier nei pressi di Porcia (Pn) è destinato a amplificare il dolore di familiari e conoscenti perchè resterà quasi certamente impunito. Infatti nonostante la posizione della militare in servizio alla Base Usaf di Aviano si sia aggravata, perchè le analisi hanno dimostrato che era ubriaca con tasso alcolemico di 4 volte il consentito quasi certamente le autorità militare Usa chiederanno l’applicazione del trattato che consente loro di “giudicare” negli Usa i militari in servizio in Europa. In sostanza il fatto di essere una militare della base Usaf di Aviano mette la soldatessa nelle condizioni di evitare il processo in Italia grazie alla Convenzione di Londra del 1951 sulla giurisdizione dei militari Nato in Europa. Del resto così è già stato molte volte compresa la strage del Cermis del 3 febbraio 1998 quando un aereo militare statunitense Grumman EA-6B Prowler della United States Marine Corps, volando a una quota inferiore a quanto concesso e in violazione dei regolamenti, tranciò il cavo della funivia del Cermis, facendo precipitare la cabina e provocando la morte dei venti occupanti. Allora fu provato che l’equipaggio del velivolo “giocava” fra le montagne e i piloni della funivia. Non fu possibile un processo in Italia e il capitano Richard J. Ashby, pilota dell’aereo, e il suo navigatore furono sottoposti a processo negli Stati Uniti e assolti dalle accuse di omicidio preterintenzionale e omicidio colposo rispettivamente, omicidio involontario e per negligenza secondo l’ordinamento statunitense. In seguito, forse per contentino alle proteste italiane, i due furono riconosciuti colpevoli di ostruzione alla giustizia e condotta inadatta a un ufficiale per aver distrutto il nastro video registrato sull’aereo (che provava le loro evoluzioni) e successivamente congedati con disonore dal corpo dei Marines. Diverso ovviamente il caso della ventenne “semplicemente” ubriaca alla guida. Ma questa sorta di impunità a stelle e strisce resta davvero stucchevole. Come accennato in apertura l’alcoltest ha dato esito positivo: il tasso alcolemico nel sangue era pari a 2,09 grammi per litro, 4 volte il limite consentito che è di 0,5 grammi per litro. Pur non modificandosi il quadro accusatorio nei confronti della giovane si aggrava la sua posizione. La soldatessa si è fermata, arrestata e posta ai domiciliari all’interno della base militare di Aviano. Da parte sua il comandante del 31st Fighter Wing, Brigadier Generale Tad D. Clark, ha espresso “il suo sentito cordoglio e vicinanza ai familiari della giovane vittima e alla comunità italiana”. L’anacronistico trattato di Londra del 1951, ha spiegato il procuratore di Pordenone, Raffaele Tito, prevede che spetta: “al ministro della Giustizia italiano, a discrezione o su richiesta della base americana, invocare il difetto di giurisdizione e consentire così all’indagato statunitense di essere giudicato nel proprio Paese”. “Io non ne ricordo”, afferma. E in effetti, bisogna scavare nel passato per trovare situazioni di controversia. Nel 2002, fece discutere il caso di un aviere della stessa base di Aviano accusato, con tre albanesi, di violenza sessuale su una 14enne. L’allora ministro della Giustizia firmò la rinuncia al processo in Italia, salvo poi, a fronte delle proteste del legale della ragazza, fare marcia indietro. Da allora, eccezioni a parte, alle denunce e agli arresti sono seguite non poche archiviazioni”.