Federsolidarietà Fvg, in assemblea: cooperazione sociale in crescita
Assemblea di Confcooperative Federsolidarietà Fvg, ieri nella sala convegni di CrediFriuli, a Udine. Sono 168 le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Federsolidarietà in Friuli VG. Più di 7.000 gli occupati, al 52 per cento donne: un “esercito” di lavoratrici e lavoratori, cresciuto anno dopo anno che, oggi, rappresenta il 45 per cento del totale degli addetti della cooperazione nella nostra regione e produce un fatturato di circa 249 milioni di euro dei quali, 142 milioni sono destinati alla remunerazione dei collaboratori. I soci sono 6.826, tra i quali si contano anche 585 volontari e 414 soci lavoratori delle categorie svantaggiate (che trovano impiego nelle cooperative di inserimento lavorativo, cosiddette “di tipo B”, sulla base della normativa nazionale che divide le sociali in due distinte categorie a seconda che l’attività primaria sia di carattere socioeducativo, tipo A, o di inserimento al lavoro di persone svantaggiate, tipo B). I settori di attività sono i più vari: 25 le cooperative sociali impegnate nei servizi alla prima infanzia, 26 in quelli agli anziani.
«La cooperazione sociale presenta una capillare e omogenea diffusione sul territorio regionale ed è cresciuta enormemente, in 10 anni, non solo sotto il profilo della dimensione economica, ma anche sotto quello della qualità e professionalità dei servizi: oggi una parte importante del welfare regionale è garantito dalla cooperazione sociale», è il commento di Luca Fontana, presidente regionale di Federsolidarietà, la federazione che riunisce le cooperative sociali di Confcooperative Fvg. «Il nuovo passo che vogliamo compiere è quello di far riconoscere tutte le esperienze innovative e i progetti che la cooperazione sociale ha sviluppato in questi anni e che ancora faticano a ottenere il giusto riconoscimento: eppure parliamo di servizi ai cittadini che vanno incontro a bisogni delle famiglie sempre nuovi e diversificati». Non a caso, la cooperazione è in prima linea nello sperimentare forme innovative di assistenza alla persona (a esempio, nel settore dell’assistenza agli anziani sempre di più si sviluppano esperienze di domiciliarità innovativa), in cui si privilegia una dimensione quasi “domestica” rispetto alle grandi strutture con soluzioni che consentono alla persona i assistita di restare, magari, nello stesso quartiere dove ha sempre vissuto. Nell’ottica della flessibilità e dell’umanità del servizio la cooperazione sociale si inventa esperienze sempre nuove, spesso anticipando la normativa e, da qui, un impegno costante per far conoscere il valore di queste esperienze.
«La cooperazione sociale è una componente imprenditoriale trainante in regione, per dimensione e per valori solidaristici espressi. Bisogna fare in modo che, tutto questo impegno, non venga disperso ma, anzi, valorizzato», sottolinea il presidente di Confcooperative Fvg, Giuseppe Graffi Brunoro.
Molto preoccupato Stefano Granata, presidente nazionale di Federsolidarietà: «Il Terzo settore sta subendo un forte attacco e con esso tutta la rete ideale di realtà cooperative, ma non solo cooperative, che si è costruita nel corso degli anni. Un virtuoso intreccio di relazioni che fanno bene anche alla società per i valori di cui sono portatori, sta per essere messo sotto tutela. Ci preoccupano molto le vicende come quelli dell’Ires sul no profit e i decreti di riforma del Terzo settore tuttora fermi».