Ferrovie dismesse come risorsa turistica e culturale: l’Europa ci mostra la via

Ferrociclo
Questa mattina a Udine si è svolto un incontro organizzato dal consigliere regionale Furio Honsell insieme all’Associazione Vecchi Binari (sito web) per illustrare le potenzialità turistiche delle ferrovie dismesse e in particolare dei ferrocicli, si tratta di veicoli a pedali che viaggiano sui binari, mezzi che possono diventare strategici per recuperare e preservare le linee ferroviarie dismesse, rendere attrattive le aree interne e sviluppare un turismo lento e responsabile. Ma per farlo non basta la passione di chi vorrebbe che un patrimonio storico come quello ferroviario non venisse disperso, smantellato, tombato, perchè la china della burocrazia è sempre la più difficile da superare e soprattutto si sconta il disinteresse di gran parte del mondo della politica che preferisce farsi sponsor dei progetti come le ciclabili che vengono profumatamente finanziate e che in molti casi non sono reale motore di sviluppo o che comunque non possono essere considerate unica alternativa green. In Francia ad esempio ci sono oltre 400 km percorribili con i ferrocicli e valorizzazioni simili sono in atto anche in altri paesi del nord Europa. Un vero peccato che in Fvg si debba registrare scarsa sensibilità all’innovazione.

Locomotiva Henschel T3 SV321 anno 1906
In occasione delle giornate dedicate alle ferrovie orfane, l’Associazione locale d’intesa con la Federazione Italiana Ferrovie Turistiche e Museali aveva proposto di organizzare un evento con dei ferrocicli su un breve tratto della ferrovia Carnia-Tolmezzo. Purtroppo l’attuale proprietario, il Consorzio Carnia Industrial Park, ha rigettato la proposta, non una questione di costi, dato che l’operazione sarebbe stata completamente gestita dal volontariato associativo ma semplice e sterile disinteresse. Come accennato in apertura all’incontro era presente il consigliere regionale di Open Sinistra FVG Furio Honsell che ha spiegato di aver anche depositato un’interrogazione per sapere le ragioni di tale rifiuto. “Per questo motivo, ha detto Honsell, abbiamo organizzato questo incontro informativo su quanto da tempo avviene nel resto d’Europa. Alcuni cittadini e ferrovieri in pensione hanno partecipato con vivo interesse. Spesso i vecchi binari ci portano lungo percorsi di archeologia industriale e ambientali inediti. Non è necessario fare investimenti imponenti per trasformarli in piste ciclabili. In Europa ci insegnano che possiamo usarli anche in altri modi con altrettanto valore turistico. Perché non ci proviamo, almeno in attesa delle “Grandi Opere”?”.