Franceschini assicura: nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) sostegno a tutti i lavoratori della cultura
Sostegno a tutti i lavoratori del settore della cultura, elaborazione della legge delega sul codice dello spettacolo e attenzione nel promuovere borghi, aree rurali e digitalizzazione del patrimonio artistico. Questi alcuni dei molti punti che il ministro della Cultura Dario Franceschini ha toccato, in audizione mercoledì 17 marzo nelle commissioni congiunte Cultura di Camera e Senato, in merito alle linee programmatiche del suo dicastero anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Quanto al programma di governo, il ministro ha esposto i temi che porrà al centro della sua azione:
Decreto Sostegno e codice dello spettacolo
“Nella discussione del decreto Sostegno, che il governo approvato ieri, ho chiesto che siano rifinanziate le misure per i lavoratori della cultura, inclusi intermittenti e stagionali“, ha assicurato il ministro, “e i sussidi saranno garantiti sia in questi mesi di chiusura che nelle riapertura parziali“. Previsto, sempre a detta di Franceschini, il rifinanziamento dei fondi di emergenza, con decreti che andranno a coprire tutti quei settori che ad oggi non rientrano nel Fondo unico per lo spettacolo (FUS). “Su questo solco, il ministero è già pronto ad avviare il lavoro per l’elaborazione del codice dello spettacolo sulla base della legge delega, che introduca misure di tutela dei lavoratori del settore: i ristori sono stati l’occasione per avere a disposizione un’anagrafe di tutti i lavoratori del settore, inclusi gli atipici”.
Rafforzamento del ministero e personale
“Sono necessarie una serie di riforme e una completa riorganizzazione del ministero, dovute anche allo scorporo del turismo”, ha dichiarato Franceschini, “che partano dall’identificazione delle soprintendenze, dal rafforzamento degli archivi a da misure che non circoscrivano la tutela del territorio, ma consentano nel Pnrr di avere meccanismi accelerati per interventi da attuare in tempi brevi e predefiniti”. Questo apre ad un altro discorso, denuncia il ministro, “ovvero la carenza di personale all’interno del ministero: al Mic un terzo del personale necessario è assente, per questo vedrò di approvare norme su concorsi per far entrare nuovo capitale umano a servizio delle politiche del dicastero”.
Sul PNRR, Franceschini ha invece enucleato una serie di punti che, già presenti nella bozza iniziale del governo Conte-bis, sono stati rivisti alla luce dello scorporo del turismo, ora ministero a parte e con a capo il leghista Massimo Garavaglia. Le risorse ora a disposizione del “nuovo” Mic, ha sottolineato il ministro, “restano importanti e, in questo momento di elaborazione della proposta definitiva su cui il Parlamento è chiamato a esprimere il suo parere, ammontano a 5 miliardi e 600 milioni di euro”. Oltre ad interventi a supporto dell’accessibilità ai luoghi culturali, allo sviluppo del settore del cinema e al restauro del patrimonio di culto, le voci su cui il ministro ha posto più l’attenzione sono le seguenti:
Piano nazionale borghi e patrimonio rurale
“Bisogna intervenire non sui borghi che hanno già attrazione turistica, ma su quelle centinaia di piccole realtà che hanno un potenziale enorme”, ha sottolineato Franceschini, “e per far ciò è necessario avviare una profonda promozione del patrimonio storico anche grazie alla digitalizzazione e la banda larga”. I borghi, ha continuato, “hanno bisogno di essere messi nelle condizioni di essere attrattivi, perché sono un bacino non solo mete turistiche, ma anche fonte per decentrare la crescita e la ricchezza dalle aree urbane evidenziata dalla pandemia”. Anche le aree rurali sono state menzionate nel discorso, “è un peccato”, ha aggiunto il ministro, ” che si perda un patrimonio simile, quindi va messa in campo una decisiva opera di manutenzione, messa in sicurezza e recupero dell’edilizia rurale”.
Piano strategico per attrattori culturali
Previsti nel Pnrr interventi in tutte le regioni sui grandi contenitori nazionali, quelle aree del Paese che, se valorizzate con interventi di riqualificazione, possono essere di traino all’economia nazionale. Tra le aree citate dal ministro: il progetto arsenale di Venezia, il Porto vecchio di Trieste, il Parco del fiume Po a Torino, la biblioteca BEIC di Milano, i porti genovesi, la rigenerazione del polo museale di Firenze e un progetto per la via Appia a Roma.