Oggi la ripresa a Palermo del processo a Matteo Salvini per il caso Open Arms

Quest’oggi, sabato 20 marzo, si svolgerà di fronte al Gup di Palermo Lorenzo Inannelli l’udienza preliminare che vede imputato l’ex Ministro degli Interni Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio per il caso che coinvolse la nostra imbarcazione nel corso della sua Missione 65. La vicenda si riferisce ai fatti accaduti ad Agosto del 2019, quando, si legge in una nota della Ong Proactiva,  il nostro rimorchiatore, l’Open Arms, dopo aver soccorso 163 persone durante tre diverse operazioni di salvataggio, rimase 21 giorni in mare prima di raggiungere un place of safety, 7 dei quali di fronte alle coste di Lampedusa. Il Giudice dopo aver accolto tutte le 18 richieste di costituzione di parte civile presentate durante la prima udienza del 9 gennaio scorso,  aveva deciso il rinvio  per consentire la traduzione di alcuni documenti ritenuti importanti, come da richiesta dell’avvocato della difesa, Giulia Bongiorno. Oggi quindi, il Gup Iannelli ascolterà i legali delle parti presenti e valuterà due ulteriori richieste di costituzione di parte civile, quella della ONG Emergency e quella del Comune di Barcellona, prima di decidere se andare a dibattimento e proseguire dunque con il processo. “Saremo a Palermo e attenderemo di conoscere le decisioni del Gup, aggiunge la Ong nella nota,   augurandoci, come sempre, che si pronunci per andare avanti nell’accertamento della verità su una vicenda divenuta ormai emblematica delle violazioni e degli abusi di cui i governi europei si sono resi responsabili in questi ultimi e difficili anni”. “Ancora oggi il Mediterraneo centrale, con le sue morti, i naufragi, le omissioni di soccorso, i respingimenti, gli accordi con paesi illiberali e non sicuri, prosegue Proactiva,  rappresenta la pagina più buia e vergognosa di un’Europa assente. La decisione di proseguire nel dibattimento, conclude la Ong,  sarebbe un primo importante passo per ridare voce e dignità a tutti gli uomini, le donne, i bambini e le bambine che ogni giorno rischiano la vita per raggiungere le nostre democrazie, quelle che credono possano garantire loro diritti e pace e che invece chiudono le loro frontiere e derogano ai principi che le costituiscono”.