Franco Basaglia, un visionario politico e sociale, pensatore concreto e operatore protagonista del ‘900 italiano
“Franco Basaglia nasceva cent’anni fa sotto l’ombra cupa del fascismo, culminato proprio in quell’anno con il delitto Matteotti.” Così in una nota la Consigliera Regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra che prosegue “Conclusasi la seconda guerra mondiale e nella ritrovata democrazia sancita dalla Costituzione antifascista, il giovane e brillante medico psichiatra cercò di fare carriera all’interno dell’Università. Accusato di essere troppo “filosofo” gli venne offerta la direzione del manicomio di Gorizia, proposta che accettò. Forte del suo pensiero e dell’idea che fosse possibile una cura diversa del malato rispetto alla contenzione fisica, all’elettroshock e all’internamento iniziò a costruire i presupposti per ridare umanità e dignità alle persone internate in manicomio. Gli strumenti sostanzialmente da lui utilizzati – prosegue la Vice Presidente della IV Commissione – furono la forza della Costituzione antifascista, la possibilità di usare il potere senza infrangere le leggi, utilizzandolo però per affermare il principio di umanità nelle cure e in ultimo, ma non ultima, l’Utopia. Basaglia, in un clima di fervido fermento culturale dove il dibattito politico-sociale sviluppava una coscienza sociale in vari aspetti della vita civile e personale dei cittadini, si inserisce perfettamente nel dibattito pubblico riuscendo a sollecitare le coscienze attraverso la possibilità di riconoscere la follia come parte integrante e necessaria di ogni società, dando pieno diritto di cittadinanza a coloro che soffrivano di disagio mentale. Gli anni ’60, passando dal ’68, sono stati – prosegue l’esponente di Opposizione – prodromi di una stagione unica di conquiste per i diritti fondamentali della persona quali il divorzio, l’aborto e lo statuto dei lavoratori. Sono stati anni caratterizzati dal decisivo passo avanti delle donne in società, con la nomina della prima donna magistrato e mettendo in discussione, dal punto di vista culturale, tutte quelle regole che la società patriarcale e fascista aveva promulgato. Su questo terreno fertile – incalza Pellegrino – si innestano la Legge 180/1978 o più comunemente detta legge Basaglia e in seguito la Legge 833/78 con cui si è istituito il Servizio Sanitario Nazionale, attraverso il quale viene sancito il concetto di salute inteso come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. L’avventura Basagliana si può considerare non soltanto rivoluzionaria, ma anche come l’espressione più alta di quell’iniziativa popolare che dal basso riuscì a far scricchiolare e poi demolire l’istituzione totale del manicomio, emblema di una società oscurantista e bigotta. Basaglia – conclude Pellegrino – rappresenta la rivoluzione gentile dettata dalla forza della ragione e della libertà come principio fondamentale scritto nella Costituzione, che prende forma come elemento di consapevolezza culturale su più versanti della vita dei cittadini. In altre parole, Franco Basaglia, con la sua azione politica e sociale volta a ridare dignità ai malati mentali, ha ri-dato dignità a tutti noi, restituendo pezzetti di libertà e consapevolezza ad ogni cittadino della Repubblica, venendo consacrato come uno dei maggiori pensatori e protagonista del ‘900 italiano.”