Fvg: 200mila cittadini senza medico. Cosa si sta facendo per affrontare la crisi?
In Friuli Venezia Giulia 200mila cittadini sono senza medico di base, lo denuncia lo SNAMI, sindacato dei medici di medicina generale. Nella nostra regione aumentano sempre più le zone che risultano carenti del medico di base: nel 2021 mancavano 50 medici, oggi ne mancano 130, mentre le previsioni per il prossimo anno sono ancor più fosche, visto che molti altri medici si apprestano a lasciare la professione. Ma cosa si è fatto, cosa si sta facendo per affrontare questa crisi?
Qua e là si si sono finora prese misure estemporanee, a macchia di leopardo, di dubbia efficacia, tanto che sembrano pensate più per mostrare che si sta facendo qualcosa, piuttosto che affrontare strutturalmente la crisi con una seria pianificazione. Sembra prevalere uno stile di governo basato su “annunci” piuttosto che su documenti programmatici che indichino chiare linee strategiche per almeno arginare il fenomeno.
In primis bisogna agire sui motivi che sono alla base degli abbandoni dalla professione e che rendono questa poco attrattiva. Si sa che tra i problemi più sentiti dai medici di medicina generale vi sono le asfissianti incombenze burocratiche che sottraggono un’enormità di tempo all’attività clinica. Per questo sarebbe importante potenziare il personale amministrativo a supporto dei medici, ma non basta. I lacci e lacciuoli burocratici hanno assunto dimensioni comunque insostenibili, che riducono enormemente i tempi per l’attività clinica e vanno ad incidere sulla qualità di vita del professionista. Non si può chiedere ad un medico di ridurre il tempo dedicato alla cura dei propri pazienti per occuparsi di questioni burocratiche, molte delle quali palesemente inutili. È vero che solo in parte dipendono dalla Regione, molta burocrazia deriva anche dal Ministero, dall’INPS, dall’INAIL, dall’AIFA. Ma è pur vero che Fedriga presiede la Conferenza delle Regioni italiane e si pone quindi come un interlocutore privilegiato per ministero della Salute, AIFA ed enti vari, potrebbe quindi farsi attore per una bureaucracy review. Dalla Regione derivano gli ausili informatici di cui si avvalgono i medici di base. Ma funzionano tutti come dovrebbero? E perché non si è ancora superato il nodo del pieno accesso al fascicolo sanitario da parte del medico curante? L’assessore alla Salute aveva scaricato le responsabilità sul Garante della Privacy che l’aveva rispedita al mittente. Non è un optional poter avere l’accesso in tempo reale a tutta la documentazione clinica del paziente. Ulteriori problemi derivano ai medici di base dalla lunghezza delle liste di attesa per prestazioni specialistiche e soprattutto dalla chiusura delle agende di prenotazioni, fenomeno ancora presente in FVG, nonostante sia espressamente vietato dalla legge. Anche su questo tema molti gli annunci dell’amministrazione, ma poche le azioni concrete.
E poi perché non puntare sull’ampliamento della quota di medici di base a tempo determinato? Si devono prevedere adeguati incentivi ed evitare che i posti degli ambulatori di continuità assistenziale e simili siano meglio pagati, altrimenti si crea un’indesiderata concorrenza. E tra gli incentivi non si potrebbe prevedere il contributo per il personale di segreteria di cui già godono i convenzionati a tempo indeterminato? Questi sono solo alcuni punti su cui lavorare. Chi ha la responsabilità e i mezzi dovrebbe partire con un’analisi completa dei problemi per individuare le soluzioni realizzabili e fissarne le priorità.
Walter Zalukar Associazione Costituzione32