Gestione ciclo rifiuti. Moretuzzo: «La situazione di NET è preoccupante, la Regione si attivi. Fallimento della governance imposta dalla Lega»
«Ci fa piacere sapere che la Regione sta monitorando la situazione di NET, ma non basta solo seguirne l’evoluzione: le criticità gestionali e materiali dell’azienda vanno risolte per garantire la continuità e l’efficienza dei servizi offerti». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo, oggi (20 ottobre, ndr) in Aula, nel corso della discussione innescata dall’interrogazione del Gruppo Consiliare alla Giunta Fedriga sul presente, problematico, e sul futuro, incerto, di NET, la municipalizzata controllata dal Comune di Udine che fornisce il servizio rifiuti nell’area friulana ed ha come soci 57 Comuni e Comunità dell’ex Provincia di Udine. «L’azienda è priva del direttore generale dall’aprile 2021, senza un piano industriale da settembre 2020, con diminuzione nell’ultimo biennio degli operai dipendenti, aumento di costi per l’esternalizzazione di servizi e una tendenza di bilancio della gestione caratteristica fortemente negativa – ricostruisce Moretuzzo –. Recenti vicende giudiziarie personali hanno portato alle dimissioni anche del presidente del consiglio di amministrazione di NET, che si aggiungono alle recenti dimissioni di altri due componenti dello stesso cda. Pur sapendo che le criticità emerse riguardano servizi di livello comunale, la Regione e gli enti locali costituiscono, ai fini del coordinamento della finanza pubblica, il sistema integrato degli enti territoriali del Friuli-Venezia Giulia. Pertanto, una vicenda che riguarda l’andamento di una società che riunisce più di 50 Comuni e opera nell’ambito dei servizi pubblici territoriali, assume una rilevanza di interesse per tutto il territorio regionale e sollecita la Regione a impegnarsi per una risoluzione delle problematiche esistenti», spiega il capogruppo del Patto per l’Autonomia, che esprime preoccupazione per le notizie che circolano sul futuro dell’azienda, in particolare sull’ipotesi di affidare la gestione ad un amministratore unico. «Le prospettive della situazione economica e patrimoniale di NET sono così cupe da richiedere una procedura più simile a quella utilizzata nei procedimenti fallimentari piuttosto che alla gestione di un’azienda pubblica in salute? Se così non fosse – continua Moretuzzo –, dopo il fallimento della gestione imposta dalla Lega e dalla Giunta Fontanini, certificata dalle dimissioni del presidente e da due membri del consiglio di amministrazione, va avviato un percorso di coinvolgimento vero di tutti i Comuni che fanno parte di NET e la nomina di un consiglio di amministrazione realmente rappresentativo degli enti coinvolti. C’è da sottolineare che nella ventennale storia di NET non c’è mai stato un amministratore unico e che la logica dell’“uomo solo al comando” indicato da un socio (a prescindere dal colore politico dello stesso) rischia di entrare in contraddizione con il concetto stesso di “in house”, anche in considerazione del fatto che gli altri 56 Comuni, che concorrono al 70% del fatturato della società, rimangono esclusi dalla scelta di governance».