Gianfranco Pagliarulo – Presidente nazionale ANPI denuncia con allarme “svolta autoritaria in corso nel Paese”
Lancia l’allarme il Presidente nazionale ANPI Gianfranco Pagliarulo e lo fa usando parole inequivocabili: “Succedono cose da pazzi, racconta allarmato. A Ravenna nell’anniversario della liberazione della città avvenuta nel 1944 con Arrigo Boldrini comandante e Benigno Zaccagnini presidente del CLN, per la prima volta si è impedita la deposizione della corona ANPI nel corso della cerimonia. A domanda, la risposta sembra sia stata che così prevede il nuovo cerimoniale voluto dal governo. A Genova la maggioranza del Comune ha destinato un milione e 740mila euro per restaurare il sacrario dei caduti della Repubblica sociale del cimitero di Staglieno. Denuncio con allarme questo clima torbido di progressivo smantellamento dei momenti simbolici che rappresentano la natura antifascista e democratica della Repubblica e di rivalutazione del Ventennio e della avventura di Salò. Denuncio con allarme i tanti segnali di svolta autoritaria in corso nel Paese e rivolgo un appello alle forze democratiche e ai cittadini perché si faccia rete di contrasto e concreta opposizione a questo traumatico degrado civile e morale”.
La vicenda di Genova appena emersa, era ieri, ha fatto letteralmente il giro d’Italia. Ad evidenziare l’anomalia era stato per primo il capogruppo del Pd in Comune Simone D’Angelo e il fatto aveva suscitato l’indignazione anche delle altre opposizioni. Notizia rilanciata da Anpi, sindacati a livello locale e nazionale. La giunta di destra aveva ribattuto smentendo, per poi dover ammettere che si era trattato solo di un errore nella descrizione dei lavori. Forse la pezza è peggiore del buco dato che si parla di atti ufficiali.
Un dietrofront che si è concretizzato nel fatto che il consiglio comunale ha approvato all’unanimità – tra gli applausi arrivati dai banchi dell’opposizione – un ordine del giorno per sgombrare il campo dai dubbi e dire “no” al restauro del sacrario della Repubblica Sociale Italiana a Staglieno. In realtà, anche se rientrata, la cosa resta un brutto segnale dato che il tutto era inserito nei documenti del piano triennale dei lavori pubblici del Comune di Genova, una spesa di quasi due milioni di euro per, si leggeva testualmente: “lavori di ripristino e consolidamento del sacrario in commemorazione dei caduti della Repubblica Sociale Italiana”, da eseguirsi presumibilmente nel 2026, operazione su una tomba peraltro privata per cui era previsto anche un mutuo. Poi come detto la svolta odierne con l’esposizione del vicesindaco Pietro Piciocchi che ha spiegato i progetti più importanti del bilancio 2024-2026 dal quale è stata esclusa la parte riguardante i camerati di Salò. Il Consiglio Comunale ha votato l’ordine del giorno che recita: “Si impegnano sindaco e giunta a rivedere e a rinominare l’intervento limitandone l’oggetto come garantito dal vicesindaco al solo consolidamento strutturale del muro di sostegno del reparto israelitico del cimitero, escludendo ogni altro intervento a carico del Comune di Genova riguardo alla tomba privata dedicata ai caduti del nazifascismo, costruita per volontà di un soggetto privato nel 1952”. Con 36 voti favorevoli, l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità tra gli applausi. Resta la figuraccia.