Giornalisti rifugiati e edia in esilio. Se ne parlerà oggi a Triester

Oggi giovedì 26 ottobre, alle 17, al Circolo della stampa di Trieste (Corso Italia 13), Dialoghi Europei e l’Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con Articolo 21 e Assostampa Fvg, organizzano un incontro in cui Simone Benazzo (ricercatore Université Libre de Bruxelles) esporrà i risultati della sua ricerca, la prima a mappare e analizzare il composito panorama dei media in esilio.

A dialogare con Benazzo ci saranno Giuseppe Giulietti (coordinatore dei presidi regionali e territoriali di Articolo 21), Carlo Muscatello (presidente Assostampa Fvg), Giorgio Perini (presidente Dialoghi Europei) e Fabiana Martini (giornalista e coordinatrice regionale di Articolo 21).

La libertà d’espressione è in declino in quasi tutto il mondo. Dalla Russia al Myanmar, dal Nicaragua alla Turchia, in un numero crescente di paesi i giornalisti non allineati al governo vengono minacciati, incriminati, spesso attaccati; i giornali indipendenti per cui lavorano subiscono pressioni di ogni tipo, come accuse pretestuose e sequestri immotivati.

Chi non si arrende e vuole continuare a fare il proprio lavoro spesso ha una sola scelta: emigrare in Paesi sicuri.

Non per tutti è facile ricominciare da capo all’estero, ma alcuni di questi giornalisti rifugiati riescono a fondare dei nuovi giornali. Sfruttando le potenzialità del digitale, producono ancora giornalismo di qualità. Non di rado quello che veniamo a sapere su autocrazie come Iran, Russia o Turchia è frutto del loro prezioso lavoro di raccolta e verifica a distanza delle informazioni.

Di questi media in esilio ce ne sono più di un centinaio nel mondo. Di giornalisti rifugiati, probabilmente migliaia. Di loro, però, si sa pochissimo. Non sono stati quasi mai raccontati, ancora meno studiati. Fino all’invasione russa dell’Ucraina, quando i giornali russi in esilio sono diventati di colpo l’unica fonte d’informazione sul conflitto e sulle mosse del Cremlino.