Giornata mondiale Terra, geologi: ancora troppi ritardi nel settore ambientale
“Il consumo di suolo in Italia è aumentato del 180% dagli anni ’50 ad oggi, ma il nostro Paese attende da tanti anni una legge per il suo contenimento. E la situazione non è rosea neanche a livello mondiale dove più del 75% del suolo del pianeta è estremamente degradato ed entro il 2050 potrebbe coinvolgere addirittura il 95% della superficie”. Questo il commento di Domenico Angelone, Tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi, in occasione della 49esima edizione della Giornata Mondiale della Terra alla quale il CNG aderisce ogni anno. “Non soltanto suolo degradato, ma dobbiamo fare i conti anche con l’allarme deforestazione: ogni anno perdiamo 13 milioni di ettari di foresta e se non cominciamo a fare qualcosa nel concreto, entro il 2050 scompariranno oltre 230 milioni di ettari di foresta” denuncia Angelone.
Quest’anno la manifestazione, che ha preso il via nel 1969 dopo il disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oi al largo di Santa Barbara, in California, è dedicata alla protezione delle specie animali minacciate di estinzione. Per il Tesoriere del CNG: “Stiamo vivendo una situazione particolarmente delicata dal punto di vista ambientale, a cominciare dal fatto che siamo ancora troppo legati ai combustibili fossili e ancora troppo poco alle fonti di energia rinnovabile. Dovremmo ridurre drasticamente – continua – le emissioni di CO2 per salvaguardare il nostro ecosistema e sfruttare le energie alternative, come per esempio la geotermia quale fonte energetica rinnovabile ed ecosostenibile e grazie ad essa si potrebbe soddisfare il 50% dei nostri consumi energetici”.
Un gap italiano nel salvaguardare l’ambiente che è evidente anche a livello europeo. “Che il nostro Paese sia in ritardo dal punto di vista ambientale – spiega il geologo molisano – lo dimostrano anche le 17 procedure di infrazione dell’Unione europea a carico dell’Italia per sospetta violazione delle norme ambientali, la maggior parte delle quali legate alle discariche abusive, alla gestione dei rifiuti e al mancato trattamento delle acque reflue urbane”.