Giorno Ricordo: Sloveni Pd, sì a memorie di tutti, no a obbligo condivisione. Omettere termine “fascismo” non aiuta a capire sofferenze
“La funzione del Giorno del Ricordo si fondi sul presupposto che vanno riconosciute le memorie e le sofferenze di tutti, senza che vi sia obbligo di unitarietà o di condivisione degli assunti. Così, assieme alle altre ricorrenze, il Giorno del Ricordo potrebbe integrare, anno dopo anno, un processo di comprensione e dialogo che non si arresti ma anzi si rafforzi, contribuendo alla trasmissione della storia e della memoria”. Lo scrive in una nota Maja Tenze, coordinatrice regionale della componente slovena del Pd Fvg, commentando le prese di posizione delle Autorità slovene e croate a seguito di alcune frasi pronunciate dalle Autorità italiane alla Foiba di Basovizza in occasione del Giorno del Ricordo.
“Ci sono state a lungo memorie confliggenti e ognuno ha coltivato il proprio dolore – continua Tenze – agitandolo come un randello contro gli altri, ma in questi decenni è stato fatto un percorso lunghissimo per cercare di arrivare a una comprensione reciproca. L’apice è stato il 13 luglio del 2010, quando a Trieste i Presidenti delle Repubbliche di Italia, Slovenia e Croazia hanno tentato di porre la parola fine al XX secolo, consolidando così il processo di pacificazione e dialogo. Però dopo la ‘normalizzazione’, gli eventi del 10 febbraio potrebbero aver creato un pericoloso precedente per rallentare questo percorso se non addirittura di riportarlo indietro di decenni”.
“Al di là del Giorno del Ricordo, è chiaro però che l’omissione del contesto storico e persino del termine ‘fascismo’, non aiuta gli italiani di oggi a fare realmente memoria, a comprendere e – conclude Tenze – a ricordare anche le sofferenze inflitte al nostro e ad altri popoli dalla dittatura fascista”.