Gli ex deportati: subito il cessate il fuoco a Gaza isolare chi soffia sul fuoco dell’odio e della guerra
A oltre tre mesi dall’assalto dei terroristi di Hamas nel sud di Israele contro civili inermi, e dopo che la guerra portata dal governo di Tel Aviv nella Striscia di Gaza è già costata tra i civili palestinesi oltre ventimila vittime, è venuto il tempo di una mobilitazione delle coscienze democratiche del mondo a favore di un immediato cessate il fuoco. Va avviato subito un serio negoziato che porti all’obiettivo di due stati per i due popoli che da sempre abitano in quell’area. Lo deve chiedere in primo luogo l’Europa, che ha conosciuto le immani rovine, le devastazioni e gli stermini della guerra scatenata il secolo scorso dal nazifascismo.
L’ANED, che riunisce fin dal 1945 i superstiti dei Lager nazisti, i familiari di chi non era tornato e tutti coloro che hanno a cuore la memoria delle vittime del nazifascismo, orienta da sempre la propria azione ai Giuramenti pronunciati dagli ex deportati appena liberati dai campi; essi ci comandano di batterci per la solidarietà dei popoli del mondo, contro il fascismo, per la pace. È venuto il tempo di onorare quei Giuramenti: chiediamo a tutte le persone di buona volontà, che credono nel valore della pace, della libertà e della democrazia di uscire dall’apatia e di unirsi per chiedere a gran voce che cessino le operazioni di guerra e che si isolino, sia tra i palestinesi che in Israele, coloro che soffiano sul fuoco della guerra e della vendetta. Quanti altri bambini devono ancora morire? Quante donne, quanti operatori sanitari, quanti giornalisti?
I palestinesi devono liberarsi della dirigenza fanatica che grida in nome di Dio alla distruzione di Israele e all’odio per gli ebrei, ovunque si trovino. La società israeliana deve fare altrettanto con i dirigenti politici che predicano l’odio e la cacciata indiscriminata di tutti i palestinesi dall’area. L’odio produce odio, la guerra solo desiderio di vendetta in chi resta.
Due stati che convivano in pace: oggi sembra un obiettivo utopistico. Ma quando più forte è il frastuono dei missili; quando più estesa è la carneficina; quando più lontana è la prospettiva della pace: è allora che deve levarsi la voce della società civile del mondo per imporre un’alternativa, per fermare il massacro di oggi che non potrà che portare ad altre violenze domani.
Ce lo chiedono milioni di uccisi nei campi: basta odio, basta violenze, si dia una possibilità alla pace!
ANED
Associazione Nazionale Ex deportati nei campi nazisti