Hotspot a Jalmicco, nel mirino Fedriga che “non poteva non sapere”. Centro destra in difficolta propone l’hot spot nel “deserto montano”
Non si può certo incolpare il gran caldo agostano, visto che al momento le temperature no sono certo da fare uscire di testa, ma è evidente che quello del paventato hot spot in quel di Jalmicco non solo è diventata la questione centrale nel dibattito politico regionale, ma alcune posizioni lasciano basiti come quella del Consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli che, evidentemente, comprendendo che la contrarietà all’operazione Jalmicco travalica il territorio di Palmanova e gli schieramenti, si lancia in una proposta che secondo lui potrebbe salvare capra e cavoli, rifiuta la logica della collocazione diffusa “è un sistema che crea destabilizzazione e insicurezza alle persone, soprattutto ad alcune categorie, e ne indispettisce altre” spiega Novelli che propone al posto di Jalmicco una collocazione più “adeguata” in un’area periferica. “Meglio un hotspot sicuro, servito e, magari, collocato in una ex caserma in montagna”. Novelli che, in assenza di isole atte allo scopo come Lampedusa o magari Alcatraz o magari in attesa che anche l’Italia, come la Gran Bretagna, si doti di chiatte come la “Bibby Stockholm” sistemata a Portland, esprime l’auspicio che “si possa individuare un’area periferica, magari una delle caserme non più in uso in aree isolate presso la quale ospitare i migranti.
Creiamo un centro sicuro per loro e, sottolineo, per la nostra comunità”. Si tratta ovviamente di una posizione propagandistica che cerca di parare le bordate che arrivano alla maggioranza regionale e non solo da sinistra. Ad essere contrari all’hotspot a Jalmicco non sono infatti solo cittadini e amministratori di centro-sinistra di Palmanova, ma uno schieramento che via via si fa sempre più trasversale, anche se ovviamente, con sfumature diverse. Compatta per il no l’intera opposizione in consiglio regionale con il consigliere Francesco Martines del Partito Democratico già sindaco della città stellata che analizza in maniera minuziosa la vicenda e attacca duramente il presidente della giunta regionale Fedriga accusato di mancata trasparenza: “sono giorni che lui (Fedriga) e l’assessore regionale Pierpaolo Roberti insistono ad affermare di non sapere nulla della decisione di aprire un hotspot, presumibilmente a Jalmicco, frazione di Palmanova, e continuano a dire che la scelta spetta solo al Commissario delegato d’intesa con i prefetti della regione. In questo modo scaricano le responsabilità sul Governo, smarcandosi anche dal confronto con il territorio lasciato all’oscuro di ogni decisione, addirittura senza nemmeno informare i sindaci”. “Al contrario – evidenzia ancora Martines -, io ho sempre ribadito che certe scelte, così impattanti sul quotidiano delle comunità, non possono e non devono essere fatte senza essere condivise con chi governa la Regione, cioè con il presidente e la Giunta regionale. Ora questa mia convinzione, dettata dal buon senso e dalla correttezza richiesta nei rapporti tra Regione e Comuni, si rivela essere confermata addirittura dal dettato normativo”. “A una lettura attenta dell’ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento nazionale di Protezione civile del 16 aprile 2023, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 92 del 19 aprile 2023 e che detta misure urgenti in relazione all’incremento dei flussi dei migranti in ingresso sul territorio nazionale – puntualizza il consigliere dem -, il provvedimento prevede esplicitamente all’articolo 2 che, nell’attività di individuazione degli hotspot e di altre strutture di accoglienza dei migranti, nelle Regioni autonome Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna e nelle Province autonome di Trento e Bolzano, il Commissario delegato e i soggetti attuatori agiscono d’intesa con i rispettivi presidenti”. “Tutte le forze politiche di Maggioranza, salvo i dubbi evidenziati da FdI – sostiene ancora Martines – hanno ripetuto pedissequamente quanto detto da Fedriga e Roberti, senza preoccuparsi di verificare se tutto questo fosse vero e se fosse coerente con la possibilità di assumere una posizione responsabile tenendo conto della mobilitazione che sta montando sui territori”. Alla luce di quanto prevede l’ordinanza della Protezione civile in attuazione del decreto governativo, Martines allora si chiede se sia possibile “che Fedriga e Roberti non conoscessero il contenuto di tale ordinanza; che un presidente della Regione che dovrebbe salvaguardare gli interessi della sua gente continui a mentire di fronte ad un evidente e sicuro suo coinvolgimento in questa trattativa; visto che l’ordinanza prevede per il Friuli Venezia Giulia che le decisioni in merito all’individuazione dei siti per hotspot e per altre strutture di accoglienza vanno prese d’intesa con il presidente, su quale sito era stata trovata l’intesa, se sulla caserma di Jalmicco”. “Per un caso simile, negli Stati Uniti – commenta ancora l’esponente del Pd in chiusura – partirebbe una procedura di impeachment per aver omesso la verità. In questa Regione, governata da una maggioranza che invoca sempre più maggiore autonomia, il presidente ignora la norma che legittima e impone un suo coinvolgimento nelle scelte che riguardano il territorio facendosi complice della totale mancanza di trasparenza su una decisione che impone ai cittadini, come nel caso di Jalmicco e Palmanova, lo stravolgimento del tessuto sociale della loro comunità”.