Ignobile blitz di Casa Pound dell’agosto 2020 in Consiglio regionale Fvg. Arrivano le condanne
Sono sedici gli attivisti di Casa Pound condannati a pene tra i sei e i dieci mesi a seconda delle posizioni e al risarcimento di danni per 10 mila euro alla parte civile, la Regione Fvg per il blitz in Consiglio regionale del 4 agosto 2020. Le posizioni più pesanti sono quelle di Francesco Clun, di 35 anni, di Trieste, ex dipendente della Regione, e Nicola Di Bortolo, di 34, di Maniago (rispettivamente responsabile giuliano e regionale del movimento), che organizzarono la protesta. Pena ridotta a sei mesi di reclusione per gli altri 14 militanti. L’accusa portata dal pm Pietro Montrone è stata accolta dal giudice monocratico del Tribunale di Trieste Alessio Tassan è di aver causato l’interruzione o comunque aver turbato la regolamentazione di un ufficio pubblico; tutti sono stati condannati con l’aggravante di aver fatto irruzione in più di cinque persone. I 16 difesi dall’avvocato di Udine Giovanni Adami sono stati anche condannati a risarcire il danno e le spese legali, per 3mila euro.
Come accennato in apertura la vicenda risale al 4 agosto 2020 quando in mattinata i sedici entrano nel palazzo del Consiglio senza che nessuno li fermi, salgono al secondo piano ed entrano nell’Aula del Consiglio regionale dove è in corso una seduta di una Commissione convocata sul tema dei migranti. I sedici facinorosi urlano e poi al megafono Clun legge un proclama per chiedere la fine dell’immigrazione clandestina attraverso i confini triestini. Mentre alcuni consiglieri si allontanavano e altri cotrastavano dialetticamente gli aggressori, episodio spiacevole nell’episodio, il consigliere leghista Calligaris, per placare i militanti di Casapound, aveva detto che lui ai migranti avrebbe sparato. L’allora presidente del Consiglio, Piero Mauro Zanin, condannò senza indugio il gesto dell’occupazione parlando di violazione della democrazia per poi, poche ore dopo, presentare denuncia. Già nell’immediatezza dei fatti era cresciuta la polemica sulla sicurezza del consiglio regionale tanto che l’ufficio di Presidenza del consiglio Regionale del Fvg dopo il blitz decise di “blindare” l’accesso attraverso la creazione, nell’atrio del Palazzo di Piazza Oberdan di un ingresso a doppia bussola, simile a quelli che si trovano nelle banche. In sostanza si passa uno alla volta, si supera la prima porta e quando questa si è chiusa si apre la successiva. Nel vano intermedio ci sarà anche un metal detector e all’uscita una guardia chiederà un documento. Potenziato anche il sistema di videosorveglianza con camere di nuova generazione capaci di consentire l’identificazione dei volti.