Il crepuscolo delle stelle è una sconfitta della democrazia
Il sistema politico italiano è ormai convinto di aver neutralizzato il cammino di quel movimento politico che negli ultimi 15 anni aveva terremotato i risultati elettorali dimostrando l’inconsistenza di un modello bipolare destra-sinistra spacciato come unica interpretazione possibile della democrazia. Il colpo di coda degli ultimi giapponesi contro il governo Draghi non cambia di molto le carte in tavola ma comunque rende quasi certa una ricaduta fortemente “conservatrice” per i governi che usciranno dopo le prossime elezioni, sia anticipate che nel caso si tengano nella data istituzionalmente prevista. Non ho mai amato l’irruzione del M5S nella scena politica a causa delle continue sbandate alla ricerca di consensi facili nel sollecitare più i sentimenti (soprattutto gli astii) di una enorme parte di cittadini che ormai rifiutavano una democrazia bloccata e cercavano risposte su questioni messe al bando da un potere tutto concentrato su una visione neo liberista dei rapporti sociali ed economici. I temi della povertà sociale, della centralità delle questioni climatiche ed ambientali, la stessa necessità di costruire gradi di libertà rispetto alle dominanti egemonie finanziarie europee e globali, si sono imposti nell’agenda politica in contrapposizione a stantie abitudini determinando alcune ricadute nei governi pur fantasiosi emersi nella presente legislatura parlamentare. Nella vulgata popolare e nelle accentuazioni dei media sulla dabbenaggine politico culturale di un corpo politico istituzionale raffazzonato, i contenuti pur esistenti del M5S sono stati surclassati dalla continua emersione dei limiti della loro organizzazione e dalla continua esaltazione di personalismi quasi para normali. Tutto questo ha facilitato una continua denigrazione del nucleo di quella esperienza e oggi permette di catalogare l’uscita dalla maggioranza di governo come pura esigenza di tentare di salvare una consistenza elettorale che, se sul piano amministrativo è quasi nulla, rischia di esserlo anche su quello politico. Le cause della rottura sembrano puro opportunismo e ben pochi cercano di dare ad esse un peso. Il miracolo Draghi è indiscutibile e chi lo mette in discussione è un nemico dell’Italia. Eppure la vicenda del “termovalorizzatore” di Roma non è una bazzecola poiché rappresenta il culmine di una aggressione agli stessi contenuti di fondo che hanno fortemente segnato la presenza del M5S nel panorama politico ed amministrativo: si aggiunge ad una continua opera di denigrazione dell’esperienza del “reddito di cittadinanza”, ad una giornaliera ipotesi di abbandono del bonus del 110%, a continue ipotesi di riaprire le “trivelle” e di rincorrere magari il “nucleare” energetico, in un quadro di trasformazione del mitico PNRR europeo da cammino verso la modernizzazione digitale e la transizione ecologica in puro strumento di aumento di una qualsivoglia spesa pubblica in grado di portare ad un qualche aumento del PIL. Basta leggere un minimo di informazioni nel campo dell’agenda europea per “l’economia circolare” per capire l’assurdità tecnica ed economica dell’inceneritore romano e prendere atto dell’inaffidabilità del ministro per la Transizione ecologica Cingolani nell’intero territorio della gestione dei rifiuti. Così come per quanto riguarda le energie rinnovabili e le necessarie strumentazioni legislative e regolamentari. La foglia di fico del prezzo europeo del gas serve a nascondere un immobilismo devastante. Non so come si concluderà la vicenda governativa e francamente ritengo che purtroppo l’esperienza del M5S sia arrivata al capolinea all’interno di un devastante quadro politico dove sicuramente un PD che governa Roma ed ha permesso di costruire l’attuale banale trabocchetto non potrà subentrare nella rappresentanza di una pur sbandata e incontrollata domanda popolare. Giorgio Cavallo