Il depuratore di Lignano ammalato di stitichezza ciclica. Tutto “funziona” tranne la realtà delle portate correttamente depurate
Quasi ci spiace dover tornare sulla vicenda del depuratore di Lignano Sabbiadoro, il rischio che l’ennesimo remake di un film già visto possa stancare i lettori è forte anche perchè i protagonisti umani non paiono attori particolarmente dotati mentre l’ambientazione è inevitabilmente, visto l’argomento, di merda. Il problema, per sintetizzare le puntate precedenti, è che l’impianto che nei racconti ufficiali farebbe meraviglie con un funzionamento impeccabile semmai bisognevole solo di amorevole e costose cure di mantenimento e semmai di futura implementazione, ma in realtà continua a zoppicare. Nessun allarmismo, il mare della località balneare friulana resta bello e godibile, “a norma” ma magari la sua qualità potrebbe essere migliore, come migliore potrebbe essere la Laguna di Marano dove il depuratore incide non da solo, questo è vero, ma che è sicuramente l’area ambientale a maggiore criticità. In molti mesi grazie alle immagini aeree abbiamo monitorato l’impianto ed oggi ci siamo fatti una certa competenza “oculare” infatti esaminando le immagini del depuratore nell’ultimo mese, si possono notare diverse condizioni di funzionamento la cui alternanza non appare comprensibile. Questo può significare, ad essere ottimisti, che l’elevata funzionalità dell’impianto può operare con configurazioni impiantistiche diversificate, oppure, volendo essere realisti, che la volontà di modificare continuamente le modalità operative dell’impianto siano una foglia di fico per rendere impossibile a terzi la comprensione del funzionamento. Ovviamente la seconda ipotesi sembra proprio essere la più realistica soprattutto alla luce delle affermazioni fatte nel corso dell’audizione delle commissioni regionali che si sono occupate della vicenda una decina di giorni fa e delle successive notizie riportate dalla stampa tutte tese a dimostrare la funzionalità dell’impianto ma anche la proclamata necessità di ulteriori interventi per milioni di euro. Insomma tutto funziona ma la prudenza non è mai troppa e visti alcuni risultati di analisi chimico-batteriologiche meglio metterci le mani. Ma guardiamo le immagini, da quelle del 09/06/2019
sembra che la nuova linea biologica del depuratore non sia in esercizio, il nuovo sedimentatore appare vuoto e privo dei pacchi lamellari, il preesistente sedimentatore circolare non appare in condizioni efficienti con notevole galleggiamento di fanghi, appare in funzione il preesistente sistema di aerazione a turbine ed il preesistente sedimentatore rettangolare. A costo di annoiare con dati tecnici, dobbiamo fare alcune considerazioni: visto che il 9 giugno era una giornata di notevole presenza turistica e che la preesistente linea di depurazione biologica non è in grado di trattare completamente portate elevate, si può pensare che altre metodologie di meno rispondenti alle norme o alle autorizzazioni vengano utilizzate. Se come affermato da CAFC, l’impianto è idoneo a trattare biologicamente la portata di 1000 mc/ora e la preesistente linea di parziale trattamento biologico è in grado di trattare al massimo 600 mc/ora, come viene trattata la restante portata di 400 me/ora, essendo stato affermato che il processo chimico-fisico non viene utilizzato? Ma proseguiamo nelle osservazioni: una settima dopo (17.06.2019)
, la situazione appare parzialmente modificata: la nuova vasca di ossidazione appare in esercizio, la preesistente linea di ossidazione appare solo parzialmente in funzione (una turbina su quattro) come pure i due sedimentatori preesistenti; il nuovo sedimentatore appare vuoto e privo dei pacchi lamellari precedentemente installati. Anche in questo caso sorgono dei dubbi sul funzionamento: vengono sottoposte ad ossidazione portate di oltre 1200 mc/ora, ma la sedimentazione può avvenire solo per 600-800 mc/ora; quindi vengono scaricati effluenti non completamente decantati? E come sono sottoposti a disinfezione se il sistema ad UV richiede liquami a bassa torbidità? Dalle immagini di domenica 14.07.2019, la situazione appare ancora modificata: entrambe le nuove vasche di ossidazione non sembrano in esercizio come pure il nuovo sedimentatore che appare riempito con liquami aventi caratteristiche ben diverse dai liquami contenuti nei due preesistenti sedimentatori, e le quattro turbine della preesistente linea di ossidazione appaiono in esercizio. Da ciò si deduce che in una giornata di elevate presenze, la portata trattata biologicamente è di circa 600 me/ora; e la restante portata come viene trattata? Per quale motivo inoltre continua ad essere utilizzata la preesistente linea biologica non idonea all’abbattimento dei composti dell’azoto, mentre viene trascurato il funzionamento alternato delle due nuove vasche che risultano dimensionate per tale trattamento? Per quale motivo non sono utilizzate nella loro piena potenzialità le componenti dell’impianto recentemente realizzate? Dalle notizie strombazzate di recente risulta che l’impianto operi in piena efficienza con una portata di 1000 mc/ora, e ciò magari rassicura il lettore, ma una attenta valutazione tecnica potrebbe far rilevare qualche criticità che in questo periodo non è opportuno divulgare. Ciò appare evidente essendo anche stato preannunciato un consistente intervento di revamping dell’intero impianto. Ed è forse questa la prova che il depuratore è, come dire, stitico.