Il direttivo di Legambiente FVG: fermiamo questa guerra e il ricatto del gas
Legambiente FVG si unisce al popolo della Pace per chiedere alla Russia di mettere fine all’aggressione dell’Ucraina nel rispetto del principio di autodeterminazione dei popoli e invita i propri associati a partecipare alle manifestazioni per la Pace. Così si è espresso il direttivo regionale dell’associazione, riunitosi nel fine settimana a Udine. Sebbene l’attuale conflitto non sia direttamente imputabile a ragioni di carattere energetico, sicuramente la posizione scomoda in cui si trova l’Europa, caratterizzata da un costante bisogno di gas fossile non permette di prendere decisioni in maniera autonoma ed esercitare, in modo efficace, quel ruolo di prevenzione dei conflitti necessario anche sul teatro europeo. Il Direttivo era stato convocato per affrontare, con il contributo tecnico di esperti, temi decisivi della transizione energetica in Friuli-VG come il ruolo del fotovoltaico e delle comunità energetiche, che in questo particolare momento si intrecciano in modo ancora più evidente con la necessità di ridurre da subito e abbandonare il prima possibile i combustibili fossili. È stata posta attenzione inoltre sul ruolo della rigenerazione urbana, anche in chiave di decarbonizzazione delle nostre città, sull’autonomia energetica dei territori e più in generale il ruolo strategico della pianificazione per facilitare e indirizzare il processo di transizione che dovrà essere necessariamente veloce, coordinato e partecipato. In Regione, come peraltro in tutto il Paese, dobbiamo purtroppo riscontrare un clamoroso ritardo con le rinnovabili: nel 2020 e 21, dati del GSE, risulta che abbiamo installato 31 MW invece di 600 MW, necessari per rispettare gli obiettivi europei. Il ventilato possibile riavvio con alimentazione a carbone della centrale A2A di Monfalcone dimostra il fallimento di un modello energetico che si è fondato sui combustibili fossili e non riesce a “sganciarsi” da questa visione miope che spinge la crisi climatica verso il punto di non ritorno. Per affrontare la crisi energetica bisogna autorizzare 60 GW di impianti rinnovabili in tre anni a livello nazionale, pari ad un terzo delle domande di allaccio alla rete già presentato a Terna, che farebbero risparmiare 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ovvero il 20% del gas importato, creando migliaia nuovi posti di lavoro. Questa, secondo il Direttivo di Legambiente FVG, è la strada più giusta per ridurre progressivamente la dipendenza dal gas che sta creando vertiginosi aumenti delle bollette. Puntare su nuovi impianti a combustibili fossili o il ritorno al nucleare sono delle distrazioni che non possiamo più permetterci. In questo processo, risparmio ed efficienza sono un altro asse portante della transizione, commenta il Presidente di Legambiente. Ad esempio, illuminare di notte le piste da sci, per qualche sciatore insonne, significa che abbiamo margini di miglioramento ancora consistenti in questa direzione.