Il gatto, la volpe e il fotovoltaico
Di fronte alla brutale invasione delle terre del Friuli e all’affarismo di chi specula in nome dell’ambiente, la Regione si era obbligata a varare una apposita legge per salvare il salvabile entro lo scorso ottobre, Oggi, a distanza di quattro mesi, la montagna ha partorito un topolino e così l’imbroglio può continuare all’infinito. L’audizione in Regione di martedì scorso ha permesso di
capire che Il ritardo nel definire le aree considerate idonee, o inidonee agli impianti è servito a perpetuare gli interessi dei monopolisti e la complicità di chi in Regione avrebbe dovuto garantire la legalità e la tutela delle terre coltivate. Forte di un consenso preventivo da parte del Consiglio delle Autonomie e dal fiume di denaro che continua a ubriacare la nostra Regione, il Friuli rimane preda di nuove concessioni che nessuno avrà la possibilità di ostacolare. Ammesso e non concesso che il disegno di legge “Norme per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili” arrivi a buon fine, i monopolisti avranno tutto il tempo per fare carne di porco di ciò che rimane del nostro territorio e di un mondo agricolo spinto a mettersi in vendita. La malafede dell’ assessore all’ambiente nel recepire il decreto del 21 giugno 2024, con il quale lo Stato ha passato la palla alla Regione nel definire i terreni idonei ad accogliere gli impianti, è quanto mai evidente. Il ritardo con il quale laRegione si muove ne è la prova palese. La verità è che in tutto ciò i monopolisti hanno tutto il tempo di mettere a segno i loro piani, di mandare all’aria ciò che rimane della solidarietà delle popolazioni rurali e con essi tutte le nostre obiezioni manifestate nel corso della audizione del 5 marzo scorso. Nulla sulla effettiva utilità e funzionalità della corrente prodotta, nulla in merito alle cosiddette compensazioni che, alla stregua di vere e proprie tangenti legalizzate, servono a comprare il silenzio dei sindaci. Di mettere in dubbio le procedure adottate, i finanziamenti statali in cambio di una attività agricola che rimarrà sulla carta o di imporre le necessarie fideiussioni a tutela dell’ambiente non si parla affatto. Nulla di tutto ciò. Nulla a proposito delle vergognose delibere con le quali gli uffici regionali approvano i campi fotovoltaici, nulla sulla provenienza dei soldi, nulla sulla campagna acquisti, tanto meno sulla vulnerabilità del mondo contadino e sulla esplosione dei costi dei terreni provocata dai monopolisti. Tanto è vero che oggi, nel sostenere la proposta di legge regionale, il direttore Canali si è lavato le mani e si è permesso di dire che in quanto ai contadini sono cavoli loro, che ”spetta alla sensibilità dei proprietari dei terreni informare l’Amministrazione comunale riguardo alle offerte ricevute, trattandosi di un accordo fra privati”.
Si vuol far credere che in futuro i Comuni avranno il loro ruolo, ma alla fine a decidere saranno sempre gli uomini dell’assessore all’ambiente, così come è sempre avvenuto; senza contare che a tutt’oggi è tutto fermo, perché lor signori, per guadagnare tempo, hanno contestato la legge statale presso i tribunali amministrativi. E in ogni caso, fatta la legge regionale, ci vorrà un altro anno per indicare le aree giudicate non idonee ad accogliere gli impianti, a tutto vantaggio dei monopolisti che avranno altri 12 mesi per agire indisturbati. La verità è che l’audizione in Regione è stata una farsa, tanto più dopo essere stata interrotta per dare il via alle domande del caso prima di concludere gli interventi; ciò per dare modo al consigliere Novelli di ritenere la sessione conclusa e andare a pranzo con l’amico venuto a prenderselo. Difendere la legalitá e la nostra terra é un dovere!
Aldevis Tibaldi “Comitato per la Vita del Friuli Rurale”