Il governo sa che lo studente Khaled El Qaisi è un cittadino italiano? Dal 31 agosto è in custodia cautelare in Israele
Domenica prossima si svolgerà la quinta udienza nei confronti di Khaled El Qaisi, il ricercatore universitario italiano e palestinese che dal 31 agosto è in custodia cautelare in Israele dopo essere stato arrestato al valico di Allenby, in uscita dai Territori palestinesi occupati. A rompere il silenzio sulla vicenda è Amnesty International che ricorda che in questo mese, Khaled El Qaisi ha avuto scarsissimi contatti col suo avvocato, è stato interrogato in assenza di quest’ultimo e non è mai stato informato sulle ragioni dell’arresto e sulle eventuali accuse nei suoi confronti. Tutto questo rende la sua detenzione arbitraria, dunque illegale spiega Amnesty International. All’inizio di ottobre le autorità inquirenti israeliane dovranno presentare le accuse nei suoi confronti, se ne avranno. Se ci saranno, dovranno basarsi su prove verificabili e contestabili. Se saranno la base per un procedimento giudiziario, questo dovrà rispettare interamente le norme del diritto internazionale sul giusto processo. Altrimenti, Khaled El Qaisi dovrà essere scarcerato. Per Israele, l’aggettivo “italiano” che precede il trattino è del tutto irrilevante: l’arrestato è un palestinese, dunque sospetto a prescindere. Ma sembra che l’aggettivo “italiano” sia poco considerato anche nel nostro Paese. C’è poca attenzione dei mezzi d’informazione, solo un piccolo gruppo di parlamentari mobilitati e il silenzio del governo, ufficialmente perché “non si può interferire in una vicenda giudiziaria”, in realtà perché – vecchia storia – non si vogliono rovinare i rapporti con uno Stato amico. Alla faccia dei diritti di Khaled El Qaisi. Del nostro connazionale Khaled El Qaisi.
Sulla vicenda da registrare una nota di Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra FVG: “La vicenda di Khaled El-Qaisi cittadino italiano e palestinese, studente della Sapienza di Roma, merita tutta l’attenzione che suscitò
la vicenda di Patrick Zaki. Anche in questo caso c’è stato un arresto che è stato prorogato, senza che fossero state formalizzate accuse precise dalle autorità israeliane. Come per Giulio Regeni e Patrick Zaki c’è una violazione degli elementari diritti umani sostiene Amnesty International. Non possiamo avere doppi standard. Come Open Sinistra FVG intendiamo monitorare la vicenda e proporre una mozione di solidarietà a favore della sua scarcerazione.”