Il grande idroelettrico, deve diventare patrimonio pubblico
Mini idroelettrico: Servono formule migliori per i rinnovi delle concessioni, a tutela del ruolo economico e sociale, con garanzie sulla salvaguardia e ripristino ambientale e su nuove modalità dei rapporti delle piccole imprese e cooperative dell’idroelettrico con enti locali e comunità. “Se anche a livello nazionale si aprisse per via legislativa la possibilità che le Regioni rinnovino ex novo le concessioni del grande idroelettrico in scadenza, la nostra Regione manterrà salda la rotta di recuperare i grandi impianti nella gestione pubblica. Inoltre, riguardo i piccoli impianti idroelettrici, bisogna lavorare evitando che sia penalizzato a causa dei limitati orizzonti temporali dei rinnovi, attualmente tali da inibire investimenti e progetti a lungo termine, ma nemmeno deve danneggiare ambiente e comunità locali.”
Lo dichiara la consigliera regionale Serena Pellegrino, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra e vice presidente della IV Commissione, commentando le principali risultanze dell’audizione svoltasi in Consiglio regionale lungo tutta la giornata odierna e dedicata ai rinnovi delle grandi e piccole concessioni idroelettriche.
Prosegue Pellegrino: “Abbiamo ascoltato sindaci e comitati della Montagna che hanno elencato le criticità, le sofferenza, l’indignazione e le paure dei territori montani a causa della gestione delle grandi società dell’idroelettrico, sempre pronte ad abusi e arroganza nei confronti delle comunità locali. Alcune parole riassumono dolorosamente la situazione: danni ambientali e socio economici, beffa, imprudenze, prepotenza degli industriali dell’idroelettrico in veste di colonizzatori e irrilevanza delle possibili tutele dei cittadini nei panni inaccettabili dei colonizzati.
Eppure, anche senza attendere le norme che lo Stato tarda ad emanare, basterebbe l’applicazione immediata delle norme che già esistono, come gli articoli 15 e 16 della legge 20 del 2021, ad esempio traducendole in dettagliate prescrizioni nei disciplinari delle concessioni, a tutela della risorsa più preziosa delle Terre Alte: l’acqua. E ciò anche a garanzia della sicurezza e benessere delle comunità che subiscono la presenza di centrali, dighe, infrastrutture tecnologiche e reti elettriche, pagando prezzi altissimi in termini di sacrificio, talvolta irreversibile, del patrimonio ambientale e di impoverimento socio economico, perdita di posti di lavoro e di residenti, impossibilità a progettare uno sviluppo turistico e a tenere in vita le vallate, l’identità e la cultura dei paesi anche nelle aree più fragili. In aggiunta va assicurata sempre trasparenza, maggior comunicazione tra Amministrazioni e chiarezza e condivisione nei confronti dei cittadini.”
Conclude Pellegrino: “L’audizione che ho richiesto è l’inizio di un percorso che sarà mia cura sostenere, riconoscendo a onor del vero che è emerso l’interesse della Regione a non sottrarsi alle dinamiche della partecipazione e del confronto con la vastissima platea dei portatori di interesse.”