Il Partito Animalista FVG chiede alla Federazione Regionale Coldiretti di rinunciare ai corsi per cacciatori

Gli attivisti del Partito Animalista del Friuli Venezia Giulia sono pronti a mobilitarsi a seguito della lettera che la Coldiretti ha inviato ai propri aderenti, chiedendo di iscriversi ai corsi per cacciatori. Lo annunciano in una nota. La specifica di Coldiretti, spiegano gli animalisti recita: “Uno dei problemi che soffre il mondo dell’agricoltura è quelli dei danni provocati dalla fauna selvatica, sia ungulati che uccelli. Le regioni, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia mediante piani di abbattimento attuati dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni che possono avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purché muniti di licenza per l’esercizio venatorio.” I cacciatori in passato. affermano gli animalisti,  hanno contribuito ad immettere nelle campagne i cinghiali, ora è evidente che la caccia non stia risolvendo il problema. È un dato di fatto: aumentano i cinghiali uccisi ma non diminuiscono le popolazioni censite. Questo perché le famiglie matriarcali di cinghiale che sono composte da numerosi esemplari e con una sola femmina riproduttiva, vengono disperse dai cacciatori aumentando il numero di colonie e di figliate, che possono arrivare anche 12 – 13 cuccioli.” Chi ha la sensibilità di premiare i coltivatori diretti, comperando i prodotti locali nei mercatini rionali invece di rivolgersi alla grande distribuzione, ha spesso anche la stessa attenzione verso gli animali” racconta Fabio Rabak referente del Partito Animalista FVG “ è quindi penalizzante verso i coltivatori aderenti la scelta dei vertici della Coldiretti di indire dei corsi per cacciatori. Naturalmente nella crisi dell’agricoltura, continua Rabak, non c’entrano le politiche agrarie, la concorrenza di mercato, l’incapacità imprenditoriale e la paura di investire e rinnovarsi di molti agricoltori.
No, la colpa è tutta degli animali selvatici, divoratori delle fatiche degli agricoltori e ovviamente, la solita soluzione, anzi l’unica che sanno pensare è eliminare, ammazzare tutto quello che corre o vola nelle campagne. Il PAI chiede alla Coldiretti di revocare i corsi per il conseguimento della licenza di caccia e la specializzazione per caccia di selezione e tradizionale con l’utilizzo del cane segugio e di trovare soluzioni alternative e non cruente come metodi di protezione che hanno la finalità di creare delle “barriere” atte a ostacolare e impedire l’accesso agli animali nelle aree coltivate. Dobbiamo superare questa pratica primitiva e violenta, vogliamo continuare a comperare frutta e verdura direttamente dal produttore senza pensare di macchiarci le mani del sangue di incolpevoli animali. Con queste uscite si rendono responsabili di istigare allo sterminio di migliaia di esseri viventi, colpevoli solo di esistere, creando un clima di odio e allarme che porterebbe alla distruzione di quel poco di natura che resta nei nostri territori.