Il sacrario di Gonars, luogo della memoria delle efferate azioni fasciste nel campo di concentramento

Il sacrario di Gonars, luogo della memoria delle efferate azioni fasciste nel campo di concentramento contro il popolo sloveno e croato: per chiedere scusa e non dimenticare.

“Ormai del campo di concentramento di Gonars (UD), attivo dal 1941 al 1943, non rimane alcunché, ma tutti noi sappiamo essere stata un tappa importante che fu uno degli episodi più efferati di quella che, dai documenti della II Armata guidata dal generale Roatta, si definiva come un vero e proprio progetto di ‘bonifica etnica’ jugoslava.” Così in una nota la Consigliera Regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra a margine della manifestazione odierna presso il Sacrario monumentale nel cimitero della cittadina friulana. “In questi ultimi anni la politica del revisionismo, portata avanti dalla destra, il cui processo di rileggere il Ventennio prescindendo dalla lettura documentale degli atti della Storia, stravolge i fatti e i misfatti del fascismo. La dittatura che governava l’Italia, forte dell’Asse realizzato con le potenze belliche del Giappone imperiale e della Germania nazista, era entrata in guerra nel 1940 dopo aver consolidato la trasformazione dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia in regime fascista con le ‘Leggi Fascistissime o leggi eccezionali del fascismo’, che erano state emanate tra il 1925 e il 1926. Durante la guerra, in queste terre friulane già martoriate da millenarie invasioni, si sono alternati atti di estrema violenza, come quelle perpetrate nei campi di concentramento di Gonars e di Visco dove sono stati internati sloveni e croati – ove morirono circa 500 persone di cui 71 bambini di meno di un anno – a episodi di illuminata democrazia, dove la resistenza ha permesso che si realizzasse la Zona libera della Carnia e dell’Alto Friuli. Il nostro territorio, in particolare il confine orientale – prosegue la Consigliera Pellegrino – è ancora oggi materia di studio e di approfondimento di numerosi storici che con fatica non si arrendono al revisionismo quotidiano che riempie i comunicati di chi non vuole fare i conti con la propria storia. Gli avvenimenti, occorsi nel periodo post bellico, non possono prescindere da quanto accaduto durante il conflitto dove la tracotanza, la violenza e la voglia di primeggiare, anche dal punto di vista di una presunta superiorità etnica dei fascisti, hanno creato i presupposti per episodi isolati di violenza e vendetta. Il luogo dove sorgeva il campo di concentramento – conclude l’esponente di Opposizione – ne è testimone e dovrebbe essere da monito verso coloro che inneggiano e promuovono tutte le Guerre che in questo momento insanguinano il Mondo e dove gli oppressi lottano per una vita dignitosa di Diritto e di Pace.”

 

Arch. Serena Pellegrino
Consigliera Regionale FVG
Vice Presidente IV Commissione