In merito alla manifestazione “Trieste Porto di Pace”

Ieri sabato 15 marzo alle ore 15:30, in Piazza Unità, si è svolta  una manifestazione dal titolo “Trieste porto di pace”, l’iniziativa voleva  promuovere un’Europa basata sulla diplomazia, i diritti e la giustizia sociale, rifiutando la logica del riarmo e della guerra. L’iniziativa è  sostenuta da diverse realtà politiche e sociali, si pone come un momento di riflessione e mobilitazione in favore di un’Europa che investa su welfare, ambiente, salute e stato sociale, anziché sulle spese militari. Nel manifesto dell’evento si sottolinea la necessità di una politica internazionale improntata al dialogo, alla cooperazione e alla tutela dei diritti umani.

“L’idea di Europa Unita, si legge in una nota,  è uno dei progetti politici nati dalla lotta di liberazione antifascista, ma è ancora molto lontano dall’essere raggiunto. Questa è l’idea di un Europa che si fa modello planetario dei valori di equità, solidarietà, pari opportunità, libertà, laicità, democrazia, dialogo, pace.
Sebbene l’U.E. nei settori della formazione e della ricerca abbia permesso di ottenere risultati importanti, e nei settori dell’ambiente e della transizione digitale l’UE faccia passi significativi, in molti altri settori la U.E. ha perduto lo slancio. In primo luogo ciò è avvenuto nel welfare e nel diritto del lavoro. Qui le politiche europee sono deficitarie e ciò spesso rende inquietanti i principi di mobilità delle persone e merci. Un’ Europa Antifascista dovrebbe poi alzare la voce sulle violazioni dei diritti democratici nel mondo, sull’uso della guerra come mezzo di risoluzione dei contenziosi. Invece i nazionalismi e gli interessi economici sono ancora padroni nell’Unione Europea. Non c’è stata una parola a fronte del genocidio di Gaza. Il coro di voci sulla guerra in Ucraina è stato dissonante. ……. Se oggi vogliamo celebrare nelle piazze l’idea di Europa dobbiamo proporre con forza la volontà di rivedere i trattati costitutivi in chiave sociale. Dobbiamo sostenere un’idea di Europa che sia modello di rinnovamento etico in tutto il pianeta. Dobbiamo smettere di fabbricare e vendere armi a paesi che non rispettano i nostri valori o essere supini alla volontà delle grandi potenze nel mondo. Siamo oggi in piazza per un’idea di Europa di pace, antifascista, modello di verità, non emula del bullismo nazionalistico di USA, Russia e Cina. Siamo in piazza per una Europa che non vuole essere più fabbricante o consumatrice di armamenti ma motore di diritti e di pace”.