In merito all’annunciato disegno di legge Roberti sul plurilinguismo regionale di cui non vi è traccia
Il Kurdistan (dove il genocidio è fisico) o la Catalogna (dove vengono comminate lunghe pene detentive per la pacifica organizzazione di un referendum) o il Regno Unito (che ha martoriato l’Irlanda per secoli prima di concedere un referendum alla Scozia in un contesto geopolitico diverso rispetto all’attuale Brexit) o la Francia (che rappresenta il modello del centralismo rivoluzionario giacobino copiato anche in Italia) sono esempi eclatanti ma lontani e non certo scomodi per Trieste (né per i suoi vari servi effevuggini) e pertanto trattasi di questioni tollerabili in Friuli – Venezia Giulia (perché il trattino esiste, come previsto dalla L. Cost. 1/16) … il nostro plurilinguismo regionale e anzitutto friulano è di fondamentale importanza per la stessa Autonomia Speciale di questa Regione F-VG, prima mai nata e poi mal nata, sempre più triestino-centrica … sarà forse un problema mio ma non ho trovato nulla quando ho provato a cercare sul sito del Consiglio Regionale il testo di questo nuovo disegno di legge regionale di iniziativa giuntale sulle tre lingue minoritarie legalmente riconosciute presenti in questa Regione costituzionalmente quadrilingue; il comunicato della Giunta Fedriga – Roberti (entrambi triestini) è molto scarno; tra le righe sembrano comunque emergere già alcuni elementi francamente inquietanti (oltre che di dubbia compatibilità con l’art. 3 dello Statuto Speciale) per una riforma della quale francamente nessun friulanista sentiva la necessità.
Luca Campanotto
Minoranze: Roberti, approvato Ddl comunità slovena, friulana e tedesca