Incontri “Modotti” e “Linea d’ombra” 31 ottobre e 8 novembre a Trieste
Due importanti appuntamenti dell’Associazione “Tina Modotti” in collaborazione con l’Organizzazione di volontariato “Linea d’ombra” si svolgeranno il 31 ottobre e l’8 novembre a Trieste. Si tratta di iniziative culturali che legano la riflessione politica all’impegno forte concreto sul tema delle migrazioni. “C’è molto da fare e da pensare, anche qui a Trieste, scrivono in una nota gli organizzatori degli eventi, Trieste punto di arrivo e di nuove partenze per migranti provenienti dalla cosiddetta “rotta balcanica”. Parte della città non vuole vedere: i nostri due incontri servono a rimparare a vedere quello che succede e, se possibile, ad agire”.
VENERDÌ 31 OTTOBRE alle ore 18.30 presso la Casa del popolo / Osteria sociale (piano terra) via Ponziana 14: inaugurazione della mostra di fotografie Corpi fuori posto. Fotografie, testimonianze di Emanuela Zampa. Interverrà l’autrice delle fotografie insieme a Gabriele Proglio (docente presso l’Università di Coimbra), Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi (dell’Organizzazione di volontariato “Linea d’ombra”). A cura dell’Associazione “Linea d’ombra”. La mostra resterà aperta fino al 24 novembre negli orari dell’Osteria sociale (dal martedì al sabato in orario 11.00-14.00 e 18.00-22.00). Ringraziamo l’Osteria sociale per la consueta generosa collaborazione.
GIOVEDÌ 8 NOVEMBRE ore 18.30 presso la Casa del popolo, via Ponziana 14: presentazione del libro di Ottavia Salvador e Fabrizio Denunzio Morti senza sepoltura, Ombre corte editore, 2019. Interverranno Ottavia Salvador, Gian Andrea Franchi e Lorena (dell’Organizzazione di volontariato “Linea d’ombra”) . In questo loro lavoro i due lavorano su una “categoria” speciale di immigrati-emigrati, quelli morti, ritenendo che uno degli indicatori fondamentali e più affidabili con cui misurare la civiltà degli Stati d’accoglienza sia la sepoltura che essi riservano agli stranieri. Il libro analizza le migrazioni e la causa storica che le produce e riproduce, il colonialismo, a partire dal lungo corteo di morti che lasciano al loro passaggio, come Majid E. K., morto mentre era trattenuto al Centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d’Isonzo.