Industria: Pozzo (Pd), su Aussa Corno dall’assessore Bini non c’è nessuna condivisione

«La riqualificazione della zona industriale Aussa Corno era e resta un obiettivo importante, atteso da molti e sul quale era necessario una seria partecipazione collettiva sulle linee di indirizzo, proprio per evitare gestioni fallimentari come quello dell’acciaieria. Da parte della Giunta Fedriga e in particolare dall’assessore Bini, non c’è stata però alcuna condivisione, nonostante le garanzie dello stesso Bini, che latita anche anche sulla definizione di un piano di sviluppo industriale». Lo afferma il consigliere regionale Massimiliano Pozzo (Pd) commentando l’annuncio da parte della Giunta regionale di un investimento di 20 milioni destinati al Consorzio di sviluppo economico per l’area del Friuli (Cosef) per la zona industriale Aussa Corno.

«I 20 milioni annunciati nell’assestamento estivo sono un déjà vu di quanto accaduto lo scorso anno, quando furono annunciati gli stessi 20 milioni promessi oggi per vari interventi di riqualificazione a verde e potenziamento industriale. Peccato che Bini si sia dimenticato totalmente dell’impegno al confronto che aveva garantito svalutando non solo il ruolo della commissione ma anche il protagonismo che deve avere il Friuli, a partire dalla sua classe dirigente, sulla zona industriale Aussa Corno. L’impressione molto forte è che la Giunta non abbia alcuna intenzione di percorrere strade di condivisione, imponendosi sulla gestione dei Consorzi, come si è visto dalla normetta in arrivo per mettere persone di nomina della Regione all’interno dei cda e rafforzare evidentemente il ruolo di controllo regionale». A completare questo quadro, conclude Pozzo, «prendiamo atto che del Piano di sviluppo industriale che l’assessore ha promesso per il 2024 non si c’è ancora traccia. Ricordiamo che pochi giorni fa la Banca d’Italia, nel suo report annuale, ha parlato del Fvg come di un’economia indebolita con difficoltà trasversali ai settori, compreso il terziario, e con criticità evidenti e pesanti nel settore manifatturiero e industriale. Le lancette vanno avanti, non c’è altro tempo da perdere».