Industrie insalubri e piano acustico. Indignazione a Gorizia per l’archiviazione delle petizioni popolari da parte della giunta comunale
“Le due delibere di Giunta del 17 aprile 2019 formalizzano una nuova auto investitura di stampo autoritario, cioè lo stratagemma che trasferisce una iniziativa di democrazia diretta prevista dallo Statuto comunale in una “archiviazione” delle istanze corredate da oltre 3000 firme di cittadini. E ciò con una serie di arzigogoli che mischiano principi costituzionali, contenuti delle norme, questioni politiche e prassi amministrative” a parlare è il Comitato #NoBiomasseGo.
Lo Statuto comunale di Gorizia stabilisce, spiegano i cittadini del comitato, che il sindaco, ricevute le petizioni, deliberi entro un mese se di propria competenza, oppure si provveda immediatamente all’individuazione dell’organo competente, il quale deve deliberare entro 3 mesi dalla presentazione della petizione. Questa amministrazione, invece, attende l’ultimo giorno utile a deliberare e a quel punto, escludendo il Consiglio comunale, organo elettivo rappresentativo della comunità cittadina, la Giunta si attribuisce il potere di decidere sulle materie oggetto delle petizioni e contestualmente ne delibera l’archiviazione. A chiarire quanto sia deficitario il rapporto dell’ente locale con la comunità, il comitato promotore delle due petizioni popolari segnala che il Comune non ha comunicato l’apertura di alcun procedimento relativo all’iter delle petizioni: nessuna trasparenza su cosa sia accaduto alle petizioni dopo il deposito del 17 gennaio 2019, sul controllo di ammissibilità delle stesse e sulla validità formale, su quali uffici le abbiano prese in carico, nessuna comunicazione ai consiglieri. Il comitato promotore evidenzia il paradosso dell’archiviazione di qualcosa che non è mai stato formalmente avviato e che è stato gestito in un modo irriconoscibile sul piano tecnico e giuridico. E’ invece leggibilissimo il significato politico, con cui si marca ulteriormente che il Comune non ha tra i suoi fini quello di garantire i diritti fondamentali della comunità ed è invece pronto a fare il paladino degli interessi economici delle imprese che speculano sul nostro territorio. Pertanto il comitato, mentre si attende una reazione del consiglio comunale, stimolato da due mozioni consiliari ad appropriarsi del proprio ruolo politico, chiede sia reso esplicito, con conseguente assunzione di responsabilità di fronte agli elettori, il senso tecnico, giuridico e politico della “archiviazione” di due petizioni che riguardano salute, tutela dei cittadini e dell’ambiente. Il mero rinvio alla revisione degli strumenti urbanistici, relativamente alla petizione sulle industrie insalubri, e l’inserimento negli allegati di bilancio dell’impegno a completare il piano acustico, relativamente alla petizione sull’adozione del piano di zonizzazione acustica, non sono sufficienti a dimostrare i reali obiettivi e le tempistiche dell’Ente. Ribadisce inoltre che la Giunta comunale, utilizzando metodi quanto meno irrituali sul piano burocratico, si nomina del tutto arbitrariamente organo competente a rispondere ai cittadini su materie di competenza esclusiva del consiglio comunale, schiva il parlamento cittadino e gli evidenti rischi politici di un confronto sui temi oggetto delle petizioni popolari che potrebbe riservare molte sorprese nell’ambito della stessa maggioranza, stabilisce che a fronte di oltre 3000 firme di cittadini siano sufficienti dei rinvii del tutto generici e privi di qualsiasi garanzia politica. Riguardo alla questione delle industrie insalubri, nonostante si stia concludendo l’iter autorizzatorio per una industria insalubre di pesantissimo impatto sul territorio, cioè la centrale termoelettrica a gas nella zona industriale a ridosso dell’abitato di Sant’Andrea, la Giunta afferma che la questione è priva di urgenza. Per i cittadini invece l’urgenza invece esiste, ed è per questo motivo che il Comune deve rendere pubblici i dati sui rilevamenti delle polveri sottili, togliendo in tal modo ogni dubbio sul fatto che non esista a Gorizia nessuna urgenza sulla qualità dell’aria, in particolar modo sui livelli di particolato, e sulle ragioni per cui discutere di industrie insalubri sembri in questo momento inopportuno per l’ Amministrazione. Il Piano di classificazione acustica di Gorizia (PCCA) già esiste, chiuso dal 2014 in un armadio degli uffici comunali, non si capisce perché non consegnarlo ai consiglieri comunali e spiegare subito di quali modifiche necessiti, aprendo immediatamente la discussione sui contenuti e sugli scopi della struttura tecnica del documento, rendendolo operativo con regolamento attuativo ben prima del 2021.