Infortunio mortale alla Fantoni. Cgil: «Appalti più esposti al rischio, rafforzare i livelli di formazione e prevenzione».
«Oggi è innanzitutto il momento del dolore e della solidarietà nei confronti della famiglia di Abdellatif Sabili. Solo gli accertamenti e le indagini in corso, infatti, potranno aiutarci a ricostruire quali sono state le dinamiche, le cause e le eventuali responsabilità dell’infortunio. Resta però il dovere, in primis per il sindacato, di alzare quanto più possibile il livello di attenzione in materia di sicurezza del e prevenzione, perché ogni morte sul lavoro deve essere considerata inaccettabile. E nessun infortunio può essere considerato soltanto la conseguenza di una tragica fatalità». Sono le parole di Sandra Bortuzzo, segretaria della Filcams Cgil di Udine, la categoria cui era iscritto il 43enne lavoratore morto ieri alla Fantoni, dipendente della cooperativa Idealservice di Udine, titolare di un appalto di pulizie nel sito di Osoppo.
Proprio la Filcams, che ieri sera aveva già espresso il suo cordoglio alla famiglia di Sabili, questo pomeriggio ha organizzatto un presidio all’ingresso dello stabilimento, dalle 15.30 alle 17.30. Solidarietà ai familiari viene espressa anche dal segretario provinciale Fillea Carlo Cimenti. Dal canto loro i lavoratori della Fantoni oltre ad evidenziare le criticità che caratterizzano la sicurezza sul lavoro hanno annunciato che i lavoratori del gruppo daranno vita ad una raccolta fondiin favore della famiglia della vittima attraverso la devoluzione volontaria di un ora di paga. Pronta a sostenere le iniziative che verranno decise dalle rappresentanze sindacali dell’azienda la Filcams insiste sulla necessità di monitorare con maggiore attenzione la realtà del lavoro in appalto: «Non crediamo sia un caso – rimarca Bortuzzo – se anche questo tragico infortunio, come i due casi che si erano verificati lo scorso 29 marzo in provincia di Pordenone, abbia colpito lavoratori alle dipendenze di ditte esterne. Esiste purtroppo una correlazione tra l’andamento infortunistico e il ricorso sempre più spinto alle esternalizzazioni. Se da un lato può essere considerata funzionale alle esigenze del comparto produttivo, la presenza di appalti dovrebbe richiedere una dose supplementare di attenzione al rispetto delle norme e degli obblighi in materia di prevenzione, formazione e informazione. Sappiamo purtroppo che molto spesso avviene il contrario».