La Federazione italiana medici di medicina generale replica al sindaco di Pordenone Ciriani
“È ingeneroso indicare nei medici di medicina generale le cause dell’intasamento dei pronto soccorso, quando invece sono proprio loro, con un numero che varia tra i 15 e i 18 mila contatti con i pazienti all’anno per ogni medico, a dare una prima e pronta risposta in ambito sanitario”: così il dottor Fernando Agrusti, segretario regionale Fimmg FVG maggiore sindacato del settore, in merito alle dichiarazioni riportate sui media del sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani.
“Nessuna volontà di fare polemica con il sindaco – aggiunge Agrusti -, perché non è nel nostro stile, ma molti colleghi si sono risentiti delle frasi riportate nei loro confronti. Per questo rispondiamo con dei dati precisi, che raccontano il nostro impegno. Un medico di medicina generale con 1500 pazienti in carico, ogni anno ha 15 mila contatti con loro tra visite in ambulatorio, a domicilio o tramite consulti telefonici. Una media di 58 al giorno. Ci sono poi colleghi che a causa della carenza di medici di medicina generale hanno 1800 assistiti in carico: per loro si tratta di 18 mila contatti l’anno, ovvero 70 al giorno. Questo a livello regionale. Nello specifico dell’area vasta Pordenonese che il sindaco conosce bene, i nostri 180 medici gestiscono ogni giorno una media di 10 mila 500 contatti. Sono numeri significativi, che testimoniano quante ore dedichiamo per essere reperibili in vario modo per il bene dei nostri pazienti“.
E sempre sul Friuli occidentale il segretario Fimmg ricorda che “i medici di medicina generale della provincia di Pordenone hanno numeri molto performanti nella vaccinazione, sia quelle anti influenzali degli ultra 60enni sia per le vaccinazioni anti Covid-19 nel periodo della pandemia, quando abbiamo dato pronta risposta anche al problema dei tamponi indispensabili per monitorare l’andamento dell’epidemia, essendo gli unici tra i sindacati ad aderire al protocollo con la Regione, come l’assessore Riccardo Riccardi può testimoniare. Il nostro ruolo nella pandemia è stato riconosciuto, visto che ancora oggi da recenti sondaggi registriamo un 85% di gradimento del servizio da parte della popolazione. Proprio nel Pordenonese, ad Aviano, abbiamo pianto l’unico medico di medicina generale morto per il Covid-19 in Friuli Venezia Giulia, il compianto dottor Antonino Cataldo e in Italia, sul totale dei sanitari deceduti, metà erano medici di medicina generale. Tutto questo, lo ripetiamo, non per polemica ma per spirito di verità, sennò ogni volta rischiamo di essere ritenuti responsabili di tutte le problematiche che riguardano la sanità territoriale”.