La Grecia siamo noi, dialogo a Mittelfest fra l’ex primo ministro greco Giorgos Papandreou e il direttore del festival Haris Pasovic
Nella Chiesa di Santa Maria dei Battuti, a Cividale, si è tenuto ieri sera l’incontro fra l’ex Primo Ministro greco Giorgos A. Papandreou e il direttore artistico di Mittelfest Haris Pasovic. Il politico ellenico, eletto alle ultime elezioni per il “Movimento per il Cambio” nel consiglio regionale di Achaia (ovest Grecia), per obblighi istituzionali ha dovuto anticipare di un giorno il suo intervento al forum, organizzato all’interno del Focus sulla Grecia, che ha caratterizzato questa edizione di Mittelfest con 6 spettacoli tra danza e teatro.
Papandreou, su richiesta di Pasovic, ha raccontato di quando era rifugiato in Svezia, e prima di lui suo padre nonno e bisnonno, Paese in cui studiava e faceval’ uomo delle pulizie. PAPANDROEU: Ringrazio l’ Italia per aver accolto greci durante dittatura. La storia di un rifugiato è costellata di paura, problemi, ma anche di opportunità, perché è gente che è debitrice del cambiamento nei confronti del proprio Paese, nella promozione di uno sviluppo democratico. Per questo l’Unione Europea dovrebbe investire su di loro.
Ci sono diversi esempi di rifugiati in Svezia che poi hanno avuto una brillante carriera (Willie Brandt, il successore di Mandela…) Ovviamente un rifugiato non sa cosa succederà a lui e al suo Paese. Noi, come italiani, greci, tedeschi… dovremmo essere orgogliosi di essere Paesi che ospitano rifugiati sapendo che queste persone vengono da noi per imparare a organizzare una società libera e democratica e tornare ciascuno a casa propria con un “pezzetto” di noi. Molti però resteranno, quindi è necessario promuovere un vero processo di integrazione, ho visto con miei occhi che chi rimane diventa poi il cittadino più orgoglioso di appartenere al Paese che lo ha accolto.
Rapporto con la leadership, tema di Mittelfest 2019. Il termine politica ha oggi un connotazione negativa, per i greci antichi era invece rivelazione, comprendere, rendersi conto che non serviva un dittatore o un sommo sacerdote, ma cittadini capaci e con il potere di cambiare il proprio destino e la società. Se siamo consapevoli di ciò il passo successivo è che cittadini migliori fanno una società migliore e perché ciò avvenga dobbiamo investire in tutto ciò che può promuovere crescita della società.
Oggi due tipi di leadership: una in cui la società ha il potere – nelle proprie mani – di celebrare l’umanità, la forza di creare una società più giusta. Una seconda idea di leadership è quella fatalistica che alimenta la paura, la politica che tende ad alimentare la paura. Idea per cui si debba accettare il mondo cosi com’è e delegare ai tecnocrati la soluzione ai problemi e quindi tenere il popolo zitto, questa è una leadership suicida. Leadership assassina in cui noi siamo vittime deboli e qualcuno esterno che rappresenta il problema da cui bisogno di proteggersi, oggi i migranti domani i cinesi…sembra che allontanandolo il problema sparisca… e così i muri la Brexit e cosi via
Durante la crisi greca mi rifugiavo a volte su un’ isola greca per rilassarmi un po’ ma poi ogni mattina vedevo i migranti approdare sula costa, gli effetti negativi del cambiamento di clima e mi rendevo conto che nessuno di noi è un’isola. Pensare che allontanare il “nemico” dal Paese sia la soluzione del problema, è” leader utopistica” . E’ una visione suicida e omicida in cui ci vediamo incapaci di cambiare e i politici ci chiedono di delegare loro le soluzioni… ma in questo modo i cittadini non vengono preparati al cambiamento e ad affrontarlo.
I muri possono fermare tutto questo? No, lo stesso vale per i cambiamenti climatici, problemi che possiamo solo affrontare, insieme e non cambiare con la gente alimentando senso di comunità, responsabilità . Necessario creare nuova cultura della collaborazione fra i cittadini e Mittelfest, con la cultura e le arti, lo sta facendo, sta creando ponti
Il vero leader deve avere forza interiore, empatia, comprensione, imparare gli uni dagli altri, non deve credersi Dio, solo “noi” possiamo avere la soluzione. Creare nuovi leader , partecipare, Un altro modo è l’arte che apre la mente, elimina gli stereotipi, Aristofane demistificava il potere, e così deve essere