Maggioranza italiani chiede interventi mirati solo per non vaccinati. Fake no vax imperversano, complici social e media mainstream
Un recentissimo sondaggio nazionale sulla possibilità, allo stato per fortuna remota di un nuovo lockdown nazionale, racconta che gli italiani sono spaccati a metà. Quasi un italiano su due, il 48,7%, pensa che tra dicembre e gennaio ci sarà un nuovo lockdown nazionale a causa dell’emergenza Covid. Il dato emerge dal sondaggio realizzato per il quotidiano online Affaritaliani.it da Roberto Baldassari, direttore generale di Lab210. Il 65,9% del campione, ovvero quasi due italiani su tre, invece, dichiara di essere pronto a farsi somministrare la terza dose di vaccino il primo possibile. Contrario il 34,1%. Ben il 64,9% degli intervistati è favorevole alla proposte di alcune Regioni di lockdown mirati solo per i non vaccinati. Non è d’accordo solo il 35,1% del campione. Dinnanzi a questi dati il governo nazionale medita e cerca un difficile equilibrio per evitare l’acutizzarsi di un pericoloso scontro sociale perchè resta alto ancora il numero di chi rifiuta di vaccinarsi e questo fatto rischia di vanificare quanto fatto dalla maggioranza degli italiani. In realtà ci sono le decisioni già prese e ci sono le scelte da condividere con i presidenti di Regione, ma la strada verso il super green pass è segnata. Bisogna dire che sulla generazione delle opinioni un peso alto l’hanno certamente le false ma anche la confusione generata dalle interpretazione non sempre univoche e razionali che vengono date perfino dagli uomini di scienza e soprattutto dal mondo dell’informazione soprattutto televisiva che dovrebbe essere più attenta soprattutto nel far parlare soggetti che saranno anche folcloristici ma che generano comunque confusione. Confusione che invece è il dato predominante sui social dove ognuno, aiutato dagli “algoritmi”, cerca e trova ciò che vuol sentire e che rafforzi le sue convinzioni. Prendiamo ad esempio un dato che viene propagandato come prova dai no vax della presunta inefficacia dei vaccini. L’alto numero di contagiato fra i vaccinati. Ci aiuta nello spiegare quello che appare un paradosso il dott. Fulvio Zorzut medico epidemiologo triestino. Parliamo del fatto che in numero ci sono più positivi nei vaccinati, fatto palesemente normale, spiega Zorzut quando i vaccinati sono la maggioranza delle popolazione. Ovviamente come tutti i vaccini anche quelli contro il covid non coprono al 100% e quella percentuale che resta fuori parametrata ali milioni di vaccinati genera il numero negativo. Secondo l’epidemiologo giuliano il problema nasce soprattutto dalla narrazione data dai media mainstream che, “in una errata percezione di offrire al pubblico un dibattito “democratico” realizzano confronti in cui chi ha la migliore capacità di eloquio o la maggiore capacità di bucare il video vince, anche se non ha la competenza scientifica per certe valutazioni o affermazioni. Ciò detto. spiega Zorzut, si legge e si sente da più parti che i vaccini non proteggono e si porta come esempio il fatto che vengono colpiti dal virus anche i vaccinati, che contribuiscono all’aumento dei ricoveri o decessi di questo periodo. E’ evidente, spiega ancora Zorzut, la volontà strumentale di dare una interpretazione distorta dei dati destabilizzando ulteriormente una opinione pubblica già confusa da un susseguirsi di informazioni errate quando invece bisognerebbe evitare di fomentare preoccupazioni e perdita di fiducia nella vaccinazione. Se le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, spiega ancora, si verifica l’effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati per un semplice fatto di numerosità statistica. In questi casi l’incidenza, intesa come il rapporto tra il numero dei casi e la popolazione, è circa dieci volte più bassa nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Questi numeri se letti correttamente, e non estrapolati in modo malizioso ribadiscono l’efficacia della vaccinazione. La vaccinazione anti-COVID-19 , come accade per tutte le vaccinazioni, non protegge il 100% degli individui vaccinati e questo è sempre stato spiegato chiaramente fin dall’inizio del loro impiego. Attualmente sappiamo, ma le conoscenze sono in continuo aggiornamento, che la vaccinazione anti-COVID-19, se si effettua il ciclo vaccinale completo, protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia (Iss). Con l’aumentare della copertura vaccinale decresce il numero dei casi, proprio per l’efficacia della vaccinazione, questo comporta che i pochi casi tra i vaccinati possano apparire proporzionalmente numerosi solo perché la numerosità della popolazione dei vaccinati è molto più elevata di quella dei soggetti non vaccinati. L’effetto paradosso è ben noto e previsto, quindi nessuna sorpresa”.