La Pittini ferma la produzione, conseguenza diretta dell’aumento del costo energia determinata dalla crisi in Ucraina
Le prime ripercussioni della crisi Ucraina e del tuonare delle armi sull’economia non si sono fatte attendere, non solo il palpabile aumento dei prezzi in generale e in particolare di gas energia e carburanti, ma ora anche il fermo di produzioni industriali. Un esempio per tutti: le Ferriere Nord di Osoppo si sono fermate. Spenti gli impianti a caldo. Decisione presa alla luce dell’aumento dei costi dell’energia: +50% da un giorno all’altro per il gas. L’azienda ha convocato la RSU all’improvviso, comunicando il blocco immediato di acciaieria e laminatoio. In tutta Italia, quindi non solo Osoppo ma anche a Verona e Potenza. Sono stati i sindacati a darne notizia in un comunicato, in cui scrivono che l’escalation militare in Ucraina ha finito per dare il colpo di grazia al settore. A dimostrare che il fermo dei forni non è un episodio temporaneo la notizia che i sindacati che verranno convocati lunedì pomeriggio dall’azienda per capire quale sarà il futuro dei circa 600 lavoratori coinvolti direttamente o indirettamente. Una situazione delicatissima che rischia di mettere in crisi il tessuto sociale di una vasta area del Friuli anche se tutto lascia pensare che si utilizzerà lo strumento della cassa integrazione. Ma non solo la Pittini anche all’ABS alle porte di Udine si sta discutendo anche se non è ancora previsto un fermo.